Doping: commissione Wada boccia la Russia, Olimpiadi Tokyo 2020 a rischio

Secondo l'Agenzia mondiale antidoping i controlli attuati da Mosca sui propri atleti non sono conformi alle norme internazionali. Possibile l'esclusione dai Giochi Olimpici del prossimo anno
Doping: commissione Wada boccia la Russia, Olimpiadi Tokyo 2020 a rischio© AP
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ROMA - La Russia rischia seriamente di essere esclusa dai prossimi Giochi Olimpici di Tokyo 2020. La Wada, l'agenzia mondiale antidoping, ha fatto sapere che la commissione per il controllo della conformità (CRC) ha raccomandato all'Esecutivo della stessa Wada, che si riunirà a Parigi il 9 dicembre prossimo, di sospendere nuovamente la Rusada, l'agenzia antidoping russa. Una raccomandazione che, se raccolta, comporterebbe gravi sanzioni per la Russia, compresa l'esclusione dalla prossima Olimpiade. Le indicazioni fornite dalla CRC nascono dagli ormai famosi dati del laboratorio di Mosca, consegnati lo scorso gennaio dalla Russia e che rientravano fra le condizioni imposte nel settembre 2018 per mettere fine alla sospensione che durava da tre anni, seguita allo scandalo di Sochi. Su quei dati e sulle presunte incongruenze la Wada ha aperto un procedimento, ritenendo che ci fossero state delle manipolazioni. E la raccomandazione fornita dalla commissione lascia intendere che le risposte arrivate a riguardo da Mosca, dove hanno sempre negato qualsiasi alterazione, non sono state sufficienti a diradare i dubbi sollevati.

Dopo Pyeongchang a rischio anche la partecipazione a Tokyo 2020

Le conseguenze potrebbero essere disastrose: già ai Giochi invernali di Pyeongchang del 2018 la Russia venne esclusa dal Cio che però consentì a 168 atleti di gareggiare come "Atleti olimpici dalla Russia". La raccomandazione della commissione Wada arriva tra l'altro a pochi giorni dalla sospensione di Dmitry Shlyakhtin e Alexander Parkin, rispettivamente presidente e direttore esecutivo della Federazione russa di atletica (Rusaf), da parte della Aiu, la Athletics Integrity Unit della Iaaf. Entrambi, così come altri dirigenti sportivi di Mosca, sono accusati di aver ostacolato un'indagine su Danil Lysenko, argento nell'alto ai Mondiali di Londra nel 2017 e a sua volta squalificato un anno fa per non essersi reso reperibile per i controlli antidoping in tre occasioni. Shlyakhtin e Parkin, secondo la Aiu, avrebbero falsificato o sarebbero comunque complici nella falsificazione di alcuni documenti. A questo proposito, la Rusaf ha nominato come presidente ad interim Yulia Tarasenko. (In collaborazione con Italpress).


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