Bach: "Preoccupati per il Coni, a rischio le medaglie a Tokyo". Dura replica di Spadafora

Il ministro dello sport sul numero 1 del CIO: "Stento a credere che abbia letto la legge. Ci indichi in quali punti la bozza non rispetta la Carta Olimpica"
Bach: "Preoccupati per il Coni, a rischio le medaglie a Tokyo". Dura replica di Spadafora© EPA
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IMOLA - "Il segretario generale del Coni ha bisogno di essere messo in condizione di lavorare nel pieno delle sue funzioni. Ora invece il segretario generale è soggetto alle istruzioni di società esterne al Coni". Così il presidente del Cio Thomas Bach, riferendosi alla situazione del Coni in relazione all'ente pubblico Sport e Salute. Anche in passato il segretario generale (Carlo Mornati) dipendeva da Coni Servizi, che tuttavia era società operativa del Coni, mentre Sport e salute è indipendente dal Coni e a rischio, secondo il numero uno dello sport mondiale, c'è anche l'operatività in diversi settori strategici: "Anche il marketing - sottolinea in una conferenza stampa ai Mondiali di ciclismo a Imola - impatta sui cerchi olimpici e non può dipendere da società esterne".

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La risposta di Spadafora

"Bach sta in modo inusuale e poco istituzionale parlando di una bozza di legge che francamente stento a credere che abbia personalmente letto". E' la dura replica del ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, alle dichiarazioni di Thomas Bach, in merito al testo di riforma dello sport. "Se invece davvero così fosse, indichi con chiarezza assoluta in quali punti la bozza non rispetta la Carta Olimpica - prosegue il ministro -, oppure eviti di trascinare il Cio in un dibattito davvero poco edificante per una istituzione così importante. Se per Bach l'autonomia del Comitato Olimpico in Bielorussia non è in discussione, figuriamoci in Italia". Il ministro dello sport tira cosi in ballo anche il Paese guidato da Lukashenko per ribattere al n.1 del Cio. "È ridicolo - prosegue -  sostenere che la riforma possa incidere sulla preparazione degli atleti italiani e sulle loro possibilità di vittoria a Tokyo, una frase che offende l'Italia e i suoi grandi atleti".


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