Abodi: no a russi e bielorussi alle Olimpiadi di Parigi

Il ministro per lo Sport e per i giovani: "L'aggressione di un Paese impone una posizione ferma. Ci sono atleti ucraini morti al fronte o che sono altrove e non possono avere la garanzia di partecipare ai Giochi. Agli atleti russi e bielorussi pensavamo di offrire uno spazio neutrale, senza maglia, senza bandiera, senza inno. Ma quasi tutto lo sport russo è collegato alle forze armate"
Abodi: no a russi e bielorussi alle Olimpiadi di Parigi© ANSA
Xavier Jacobelli
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26 luglio - 11 agosto 2024, Parigi, Giochi della XXXIII Olimpiade: nel pieno rispetto dell'autonomia del Comitato Olimpico Internazionale, signor ministro, qual è la posizione del nostro governo sulla partecipazione o non partecipazione degli atleti russi e bielorussi? Oggi, trasmissione "La politica nel pallone", conduttore Emilio Mancuso, in onda su Gr Rai Parlamento: a tu per tu con Andrea Abodi, 60 anni, ministro per lo sport e per i giovani nel governo Meloni dal 22 ottobre 2022, già presidente della Lega B e del Credito Sportivo. La domanda che gli rivolgo è più che mai d'attualità, in attesa del pronunciamento ufficiale e definitivo del Cio sulla rovente questione che tiene banco in vista di Parigi 2024.

Abodi: "Non accettiamo compromessi"

Intanto, l'Ucraina minaccia il boicottaggio dei Giochi se vi parteciperanno russi e bielorussi, cioè i rappresentanti sportivi della criminale e terroristica aggressione scattata il 24 febbraio di un anno fa che ha seminato morte e distruzione nel Paese aggredito, protagonista di un'eroica resistenza. Ha dichiarato Vadim Gutzeit, presidente della federscherma di Kijv: "Non è possibile scendere a patti. Non accettiamo compromessi in questa situazione, quando i nostri ucraini muoiono, quando le nostre donne, i nostri bambini muoiono, quando le nostre città vengono bombardate. 344 impianti sportivi sono già stati distrutti, 220 dei nostri atleti sono già morti. Non possiamo scendere a compromessi sull'ammissione di atleti russi e bielorussi". A Rain Parlamento, la risposta di Abodi al quesito posto è chiara: "Un mese fa ho firmato, non a cuor leggero, insieme con tutti i colleghi ministri dello sport europei e di Stati Uniti, Canada, Australia e Giappone. Abbiamo assunto una posizione ferma, anche se l'ultimo paragrafo lascia spazio alla speranza, mancando ancora più di un anno ai Giochi olimpici e Paralimpici, sebbene il tema debba essere visto anche nell'ambito qualificazione degli atleti. Naturalmente, gli auspici sono che la guerra finisca e prevalga la pace. Tuttavia, in questa fase lo sport ha perso la sua capacità di essere diplomazia. L'aggressione di un Paese impone una posizione ferma. Ci sono atleti ucraini che, purtroppo, sono morti al fronte o sono altrove e non possono avere la garanzia di partecipare alle Olimpiadi. Agli atleti russi e bielorussi, ma soprattutto ai russi, pensavamo di offrire uno spazio neutrale, senza maglia, senza bandiera, senza inno. Ma quasi tutto lo sport russo è collegato alle forze armate. L'auspicio è che vengano meno i presupposti".


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