L'argento di Filippo Ganna è brilla tanto, tantissimo. E non solo perché rappresenta la prima medagli azzurra a Parigi, ma perché rende merito a un campione straordinario. Lui, con l'onestà che gli appartiene da sempre, se la gode, ma non fatica ad ammettere che sperava in altro. A consolarlo, almeno un po', l'abbraccio e le parole del Presidente della Repubblica Mattarella che lo aspettava al traguardo.
Ganna e il paragone con la Ferrari dopo l'argento
"Devo dire - le sue parole - che inizio ad andare verso i 30 anni e forse questa poteva essere l'ultima occasione per vincere l'oro olimpico. Ma più di questo non potevo fare, il rimpianto è solo il colore della medaglia. Mi sono difeso, ma è come vedere la Ferrari che arriva seconda, ti rode. Sul finale ho spinto, mi sono detto che era troppo tempo che aspettavo, non potevo sedermi proprio adesso. E quindi dedico questa medaglia a me stesso. Ho detto al Presidente Mattarella - ha concluso Ganna - che mi era dispiaciuto farlo aspettare sotto la pioggia". Anche per questo avrebbe voluto regalargli una medaglia d'oro. A lui, ma soprattutto a se stesso.