Nadal in lacrime: il gesto di Alcaraz e i cinque motivi per cui è il Re di Parigi

Rafa dice: "So che potrebbe essere stata la mia ultima volta qui" e per questo si commuove. E tutti noi con lui
Chiara Zucchelli

Il record del mondo dei 100 metri stile libero appena caduto; Simone Biles e la sua grazia; quel fenomeno che la Francia si è costruita in casa e si chiama Leon Marchand e sta rivoluzionando la storia delle piscine; LeBron James e basta il nome. Quanti campioni, quanta bellezza stanno regalando questi Giochi di Parigi, anche grazie a stadi, palazzetti, arene e strade sempre pieni. Ce n'è uno, però, che ha brillato e brilla sopra tutti. Ed è monsieur Rafa Nadal. Stasera è uscito nei quarti del doppio con Alcaraz che era più dispiaciuto per lui che per se stesso. Gli organizzatori gli avevano dato prime time e campo principale perché quando gioca Rafa, qui a Parigi, l'aria cambia. Senti l'odore della terra nelle narici e nel cuore e guardi quell'impianto che ha accanto un ippodromo, uno stadio da rugby e uno da calcio, con occhi diversi. Non ce ne vogliano Mbappé, Dupont o Varenne, ma il Re, qui, è Rafa. Re Sole non a caso. L'uomo di questi città (e per certi versi di questi Giochi) per almeno cinque motivi.


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L'emozione della cerimonia inaugurale

Rafa ha vissuto la cerimonia inaugurale in due fasi ed è davvero stato un raggio di Sole (S maiuscola non casuale) nella bufera. Prima si è goduto il passaggio della barca spagnola da un hotel sulla Senna (dove alloggia la famiglia) con il figlio piccolo in braccio. Come a dire: "Questa è una città che papà ama e che lo ama tanto". Poi ha ricevuto la fiamma olimpica da Zidane e il suo sguardo emozionato per il riconoscimento che Tony Estanguet ha voluto tributargli è stato straordinario. Grazie Rafa perché, in mezzo a tanti lustrini, ci hai ricordato che lo sport è, prima di tutto, emozione.

I selfie con tutti

Anche per questo Nadal è stato l'uomo più cercato. Ha concesso selfie a chiunque, uno studio spagnolo ha detto che, sui social, solo nelle ultime settimane, ce ne sarebbero stati più di 1500. Ci piace pensare che ne siano stati molti di più.


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Le risposte sul ritiro

Nadal ha davvero avuto sempre una buona parola per tutti in questi giorni. Gli hanno fatto perdere la pazienza solo alcuni giornalisti che, continuamente, gli chiedevano del ritiro: "Quando succederà ve lo farò sapere", ha detto. Il tempo (maledetto tempo) è arrivato, ma forse stavolta Rafa voleva davvero godersi solo The Last Dance.

Gli stadi sempre pieni

Quando ha giocato lui il Roland Garros era una bolgia, Ogni punto un boato. Nessuno lì è stato ed è amato così tanto. E Rafa lo ha percepito: "Il mio obiettivo erano le Olimpiadi, ora voglio solo tornare. Ero emozionato quando sono uscito dal campo, so che potrebbe essere stata l'ultima volta. Volevo solo ricambiare i fan, non potrò ringraziarli abbastanza per le emozioni che ho provato. Non so cosa mi riservi il futuro ma se fosse stata l'ultima volta, beh, è stata un piacere".

La scelta del Villaggio

Nadal si è voluto godere il villaggio appieno perché, ha detto, lo spirito olimpico è questo. Gigante, infinito, ha conquistato tutti per la sua semplicità. E nella carezza che gli ha fatto Alcaraz mentre lasciava, forse per l'ultima volta, il campo di Parigi c'erano tutte le carezze di chi, in questa settimana, avrebbe voluto solo abbracciarlo e dirgli: "Grazie".


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Il record del mondo dei 100 metri stile libero appena caduto; Simone Biles e la sua grazia; quel fenomeno che la Francia si è costruita in casa e si chiama Leon Marchand e sta rivoluzionando la storia delle piscine; LeBron James e basta il nome. Quanti campioni, quanta bellezza stanno regalando questi Giochi di Parigi, anche grazie a stadi, palazzetti, arene e strade sempre pieni. Ce n'è uno, però, che ha brillato e brilla sopra tutti. Ed è monsieur Rafa Nadal. Stasera è uscito nei quarti del doppio con Alcaraz che era più dispiaciuto per lui che per se stesso. Gli organizzatori gli avevano dato prime time e campo principale perché quando gioca Rafa, qui a Parigi, l'aria cambia. Senti l'odore della terra nelle narici e nel cuore e guardi quell'impianto che ha accanto un ippodromo, uno stadio da rugby e uno da calcio, con occhi diversi. Non ce ne vogliano Mbappé, Dupont o Varenne, ma il Re, qui, è Rafa. Re Sole non a caso. L'uomo di questi città (e per certi versi di questi Giochi) per almeno cinque motivi.


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