Il record del mondo dei 100 metri stile libero appena caduto; Simone Biles e la sua grazia; quel fenomeno che la Francia si è costruita in casa e si chiama Leon Marchand e sta rivoluzionando la storia delle piscine; LeBron James e basta il nome. Quanti campioni, quanta bellezza stanno regalando questi Giochi di Parigi, anche grazie a stadi, palazzetti, arene e strade sempre pieni. Ce n'è uno, però, che ha brillato e brilla sopra tutti. Ed è monsieur Rafa Nadal. Stasera è uscito nei quarti del doppio con Alcaraz che era più dispiaciuto per lui che per se stesso. Gli organizzatori gli avevano dato prime time e campo principale perché quando gioca Rafa, qui a Parigi, l'aria cambia. Senti l'odore della terra nelle narici e nel cuore e guardi quell'impianto che ha accanto un ippodromo, uno stadio da rugby e uno da calcio, con occhi diversi. Non ce ne vogliano Mbappé, Dupont o Varenne, ma il Re, qui, è Rafa. Re Sole non a caso. L'uomo di questi città (e per certi versi di questi Giochi) per almeno cinque motivi.