Oro Bertagnolli, bronzo De Silvestro: l'Italia chiude le Paralimpiadi con 7 medaglie

Nell'ultima giornata dei Giochi di Pechino la Nazionale azzurra arricchisce il medagliere grazie ai risultati ottenuti negli slalom 'vision impaired' e 'sitting'
Oro Bertagnolli, bronzo De Silvestro: l'Italia chiude le Paralimpiadi con 7 medaglie© Getty Images

YANGQING (Cina) - Nell'ultima giornata di gare delle Paralimpiadi invernali di Pechino arrivano due medaglie per l'Italia, che sale così a quota 7 e supera il bottino di Pyeongchang, dove si fermò a cinque. Giacomo Bertagnolli, con guida Andrea Ravelli, dopo l'oro nella super combinata e gli argenti nel super G e nello slalom gigante, è andato a prendersi l'oro anche nello slalom di categoria vision impaired, chiudendo la sua avventura nel miglior modo possibile. Primi al termine della prima manche, i due azzurri sono stati bravi a gestire anche la seconda, chiudendo con il tempo complessivo di 1'26"82, +0"28 sugli austriaci e addirittura +9"40 sugli slovacchi. La seconda medaglia è arrivata con René De Silvestro nello slalom di categoria sitting. Terzo al termine della prima manche, lo sciatore di San Vito di Cadore è partito nella seconda con la voglia di recuperare. Un errore a ridosso del primo intermedio ha compromesso la corsa di De Silvestro verso l'oro ma non verso un podio meritatissimo. Alla fine, l'azzurro ha fatto registrare il crono di 1'38"44, terzo alle spalle del norvegese Jesper Pedersen e dell'olandese Niels de Langen.

Bertagnolli: "Ora pensiamo a Milano-Cortina"

"Avevamo molta pressione addosso dopo la prova di Aigner, sia in partenza che in gara, ma è in questi momenti che bisogna stringere i denti. Ho riaccelerato e ho portato a casa il successo ma è stata comunque tosta". Giacomo Bertagnolli racconta così l'oro conquistato alle Paralimpiadi invernali di Pechino nello slalom di categoria vision impaired, con guida Andrea Ravelli. "Ci tenevo tanto, oggi avevo un obiettivo, quello di superare le medaglie di PyeongChang, non nel numero ma nel metallo - continua il portabandiera azzurro -. Non era facile realizzarlo ma gara dopo gara, medaglia dopo medaglia ho continuato a dare il massimo. Se non avessi avuto questo obiettivo non avrei preso tanti rischi per portare a casa l'oro, che non è mai una cosa facile. La pista di oggi era molto difficile, con angoli impressionanti che hanno reso la vita complicata sia a me che ad Andrea. La dedica di oggi? A me e Andrea, che è stato sempre al top e non ha mai sbagliato. Abbiamo fatto un ottimo lavoro entrambi e questo ci dà una ulteriore carica in vista di Milano-Cortina". "Avevamo 6 decimi di vantaggio su Aigner ma sapevamo anche che poteva succedere qualsiasi cosa, per questo siamo scesi senza ragionare troppo - osserva Andrea Ravelli - era difficile eguagliare i risultati fatti a PyeongChang, abbiamo lavorato tanto e ce l'abbiamo fatta. Sono tre anni che lavoriamo insieme e da subito ci siamo trovati molto bene. C'è da lavorare tanto per tenere alta l'asticella e gli obiettivi ma oggi siamo molto soddisfatti di quello che siamo riusciti a fare".

Pancalli: "L'Italia paralimpica ha un futuro sempre più roseo"

"Chiudiamo una grande Paralimpiade: due medaglie in più rispetto a Pyeongchang e un posto in classifica migliore rappresentano un risultato molto importante considerando il livello visto in questa edizione. E in più ci sono tanti giovani che si stanno affacciando, per i quali si può immaginare un futuro sempre più roseo". Luca Pancalli, presidente del Cip, non può che essere soddisfatto della spedizione azzurra alle Paralimpiadi invernali di Pechino. "Agli atleti dico: sono orgoglioso di voi, di quello che avete fatto. So che alcuni sono rammaricati ma sono stati tutti bravi, continuate così, non perdetevi d'animo e guardate sempre al futuro, il vero atleta è chi una volta caduto riesce poi a rialzarsi". Dei tanti momenti belli vissuti a Pechino, il presidente del Cip cita il bronzo di Romele nel fondo "perché torniamo dopo tanti anni sul podio in una disciplina che ci aveva visti assenti, i due ori del nostro Tomba nazionale, Bertagnolli, ma penso anche a tutti i ragazzi che non ce l'hanno fatta: nelle loro lacrime, nella loro rabbia ci sta tutta l'emozione di uno straordinario momento sportivo che deve essere di incentivo per il futuro".


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