Per raccontare Annalisa Minetti servirebbe una pergamena lunga chilometri. Donna eclettica, dalle mille risorse, nuovi entusiasmi, curiosità, talenti e bellezza. A 18 anni si ammala di retinite pigmentosa e degenerazione maculare, e inizia un graduale cammino verso la cecità. Ma Annalisa dà un calcio alla perfezione e partecipa, prima ragazza al mondo con tale deficit, a un concorso di bellezza. La perfezione, se mai esiste, è nella cosapevolezza di sé e nell’esaltazione dell’essere come si è, come si diventa, fuori dei canoni, e soprattutto fuori dei calcoli, interpretando il “difetto” come segno distintivo, che seppur nega cose meravigliose - come la vista - apre proprio uno sguardo intimo che non ha bisogno di occhi per vedere. Vedere oltre l’ostacolo.
Minetti è modella, cantautrice, scrittrice, conduttrice e autrice televisiva, attrice, doppiatrice... Chilometri di sé racchiusi in una donna che non si è fatta vincere dalle malattie, e le loro conseguenze, ma che forse proprio grazie a queste ha tirato fuori l’agonismo necessario per vincere: vincere ogni limite. Per una vita piena di doni e restituzioni, Annalisa Minetti sarà premiata alla 10ª edizione di “Storie di Donne”, l’8 novembre a Roma.
LO SPORT EDUCA ALLA VITA. “Non so se lo sport salva la vita delle persone, senza dubbio la migliora, dà la possibilità di riabilitarsi, mettersi in discussione, conoscere i propri limiti, impare a superarli, ad amare gli ostacoli come mezzo e strumento per diventare persone migliori, ad ambire, a capire, a comprendersi e valutarsi. Io credo che lo sport possa fare questo e tanto altro. Senza dubbio - conclude Minetti - è un mezzo che ci educa alla vita nel modo migliore”.
MINETTI ATLETA. Nel 2012 Minetti conquista il bronzo nei 1500 alla Paralimpiade di Londra, stabilendo il record del mondo della categoria ciechi. Nello stesso anno è bronzo agli Europei Paralimpici. Nel 2013 oro ai Mondiali Paralimpici negli 800. È Cavaliera dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Nel 2017 alla Maratona di Roma conquista l’oro e poi è oro anche nella mezza maratona di Roma-Ostia. Lo sport per lei è tutto questo e cos'altro?
“Lo sport è il mio psicologo, la mia valvola di sfogo, la mia terapia - spiega Annalisa - è lo strumento per confrontarmi con i miei limiti, che mi hanno messo di fronte all’avversaria più temibile, cioè io, e con cui lavoro affinché possa trovare nuove forze nuove energie, soprattutto quando diventa anche per gli altri fonte di ispirazione. Tu affronti un’impresa, ti spendi per questa, e il risultato più bello non è la medaglia al collo ma la possibilità di raccontarlo, ispirando tante altre persone allo stesso gesto”.
MENNEA SOPRA A TUTTI. Difficile scegliere tra gli atleti olimpici e paralimpici il preferito, il migliore, l’idolo. A meno che... “Amo tanti atleti olimpici e paralimpici, ognuno di loro ha una storia talmente incredibile! Per me però tra tutti il più grande rimane Mennea. Un uomo indiscutibile: determinazione, tenacia, accademica. Un uomo che si è speso molto per evolversi e per il cambiamento all’insegna della formazione. A livello paralimpico, non riesco a escludere nessuno. Le storie straordinarie di ogni atleta paralimpico redono unico il gesto atletico e il loro risultato, anche per quelli che non salgono sul podio ma che rendono grande il movimento”.
GIOIA E PRESSIONE. Lo sport ha una doppia faccia, da una parte è gioia dall’altra è pressione. Per dare, insomma, lo sport pretende. “Mi ha tenuto sotto pressione a ogni gara - ricorda Minetti - anche in gare senza importanza. Sono sempre tesa e stressata rispetto all’obiettivo. La pressione però ha bisogno di una gestione, stimola a capire perché si prova quella tensione e poi impone di capire come si possa gestire quella emozione. La pressione è utile, vuol dire che ci tieni. Ma bisogna capire come gestirla più in fretta possibile, altrimenti penalizzi il risultato. Lo sport è un messaggio, è un metodo, è un mezzo di comunicazione, è disciplina, è più discipline, è squadra, si realizza attraverso le persone e lo sport forma le persone”.
IL PREMIO “STORIE DI DONNE”. Le donne hanno storie da raccontare utili ad altre storie. La donna è esempio di resilienza, resistenza e determinazione.
L’8 novembre nella Sala Giunta del Coni al Foro Italico a Roma alle 10, la decima edizione di “Storie di Donne”, organizzato dall’Associazione culturale Occhio dell’Arte APS di Anzio, quest’anno in collaborazione con il Comitato Nazionale Italiano Fair Play guidato da Ruggero Alcanterini, e ACSI presieduta da Antonino Viti, premia, oltre Annalisa Minetti: Eleni Sourani, ambasciatrice della Repubblica Ellenica in Italia; Giulia Cornacchione tenente colonnella; Laura Berti giornalista; Ginevra Barboni, fotografa e regista; Michela Perrotta, biologa e ricercatrice; Grazia Urbano, stilista.