Dopo il Texas Hold’em, la variante più popolare del poker è sicuramente l’Omaha. Le regole e le meccaniche dei due giochi sono molto simili ma ci sono alcune differenze davvero importanti. L’Omaha, inoltre, presenta un paio varianti. Ma partiamo dalle basi del gioco e dalle differenze con il più famoso Texas Hold’em.
Omaha, come si gioca e le differenze con il Texas Hold’em
Lo svolgimento delle mani sono identiche. Al tavolo troveremo un piccolo buio e un grande buio e le puntate dei giocatori si effettuano pre e dopo il flop, dopo il turn e infine dopo il river. La meccanica di gioco tra Omaha e Texas Hold’em è quindi la stessa. Passiamo alle differenze. La prima differenza fondamentale è che nell’Omaha le carte personali di ogni player non sono due ma quattro. L’altra importante differenza riguarda i punti finali: per ottenere la miglior combinazione di cinque carte ogni giocatore deve necessariamente sceglierne due tra le quattro personali e abbinarle a tre delle cinque carte comuni.
Omaha, i punti
Per quanto riguarda invece la graduatoria dei punti, non ci sono differenze tra Omaha e Texas Hold’em. Eccola in ordine dalla mano più bassa a quella più alta: Carta alta, Coppia, Doppia coppia, Tris, Scala, Colore, Full, Poker, Scala a colore.
Omaha, la storia
Considerato il ‘figlio’ del Texas Hold’em, l’Omaha è nato negli Sessanta del Novecento a Detroit e inizialmente era chiamato ‘two by three’, perché ogni giocatore disponeva di 5 carte personali. Presto il numero di carte a disposizione di ogni giocatore è stato ridotto a 4 a causa del dispendio di carte durante la mano. All’inizio, infatti, potevano esserci massimo 8 giocatori al tavolo. Con il passare degli anni il gioco ha conquistato sempre più appassionati, diventando un punto di riferimento nel mondo del poker sportivo.