NAPOLI - Inaugurata da un messaggio video da Roma del presidente del Coni Giovanni Malagò, per una volta impossibilitato a partecipare dal vivo, ma grande sostenitore da sempre della Fondazione Fioravante Polito, la presentazione del Manifesto Etico Sportivo è diventata l’occasione per discutere di tante cose. Anche grazie alla nutritissima partecipazione di personaggi del mondo dello sport (Fabrizio Castori, Massimo Rastelli, Gianluca Grava e Giuseppe Santoro, questi ultimi due in rappresentanza del Napoli calcio), della società civile (il magistrato e scrittore Catello Maresca) e dell’impegno sociale (don Maurizio Patriciello, Parroco della Chiesa di San Paolo Apostolo di Caivano). Ma anche del mondo medico-scientifico con i rappresentanti della Neuromed, il dottor Mario Pietracupa (premiato dall’atleta paralimpica Carolina Foresti) e la dottoressa Alba Di Pardo tra i relatori del pomeriggio angioino. A fare gli onori di casa nel teatro della World Europa, Leonardo Massa, Vicepresidente di MSC Crociere, tra i promotori dell’evento col prezioso contributo di Giuseppe Farese.
UN MANIFESTO PER LA RINASCITA - Ultimo rilancio di Davide Polito, il filantropo di Santa Maria di Castellabate già ideatore del passaporto ematico, del premio Andrea Fortunato e di innumerevoli attività di prevenzione attraverso la lente d’ingrandimento dello sport, il Manifesto Etico pone l’attenzione sulla necessità di rimettere valori autentici al centro del villaggio in un mondo divenuto inutilmente performante e veloce. «Il corpo è sede di dignità. Non è un oggetto da spingere oltre i limiti a ogni costo. Ma un alleato da ascoltare, custodire, rispettare», si legge nel testo presentato a Napoli nello splendido scenario messo a disposizione da Leonardo Massa sull’Ammiraglia in sosta nella Stazione Marittima con affaccio sul Maschio Angioino. E ancora: «La cultura sportiva contemporanea rischia talvolta di idolatrare la performance, dimenticando l’educazione… Record e medaglie vengono celebrati più della costanza e del cammino», mentre «il corpo se scollegato dalla mente e dallo spirito diventa materia da modellare. Ed è compito di allenatori, medici, famiglie e istituzioni proteggere il giovane atleta da questa deriva, educandolo alla responsabilità». Semplice ed efficace la ricetta di don Maurizio Patriciello per rinascere e rialzarsi da questa deriva. «Per superare il degrado umano dei nostri tempi occorre rimettere al centro di tutto l’educazione dei nostri ragazzi - ha insistito il sacerdote di Caivano in prima linea nella lotta alla camorra con azioni concrete non retoriche - Dobbiamo interrogarci sul perché un 18enne viene ucciso a coltellate dopo una lite in spiaggia a Varcaturo. La violenza e l’abbandono si combattono con l’impegno, la cultura e la bellezza. A Caivano è rinato un centro sportivo che abbiamo lasciato per troppo tempo che diventasse una discarica sotto gli occhi di tutti». «Tornare all’etica significa essenzialmente impegnarsi a cambiare, non rassegnarsi alla realtà deformata dalla criminalità. Bisogna tornare ad educare per dimostrare che un’alternativa esiste», ha aggiunto Catello Maresca, magistrato e scrittore napoletano da sempre impegnato nel contrastare fenomeni delinquenziali a qualsiasi livello.
SPORT LENTE D’INGRANDIMENTO - Tornare ad educare. Proprio quello che si propone il Manifesto Etico lanciato dalla Fondazione Polito Fioravante, che non a caso ha premiato, tra gli altri, il decano degli allenatori italiani che di recente ha battuto il record di panchine in Serie B (699), ma che ha guidato squadre in tutte le categorie, dai dilettanti regionali alla Serie A. «I giovani di oggi sono diversi da quelli di quando ho iniziato ad allenare trent’anni fa - ha sottolineato il mago marchigiano che ha appena rinnovato col SudTirol per i prossimi due anni -. Bisogna guidarli e relazionarcisi nel modo giusto. Ma anche far capire loro che i soldi non sono un valore e che nella vita, e più ancora nel calcio, occorre fare sacrifici per raggiungere degli obiettivi. Altrimenti tutto diventa effimero e fragile». Un pensiero condiviso da Massimo Rastelli, ex attaccante e allenatore, tra le altre squadre, del Cagliari riportato in serie A. «Condivido il pensiero di mister Castori. Allenare significa soprattutto educare. Anche e soprattutto con l’esempio». Concetti e parole condivisi da Gianluca Grava e Giuseppe Santoro, intervenuti all’evento in rappresentanza del Napoli, fresco campione d’Italia, come responsabili del settore giovanile del club di Aurelio De Laurentiis. «La nostra è un’iniziativa inedita e simbolica - ha spiegato Davide Polito - a conclusione del pomeriggio napoletano moderato dal giornalista Antonio Vuolo e immortalato dallo storico fotografo della Fondazione Dario Di Sessa - nata per riaffermare i valori autentici dello sport: umanità, equilibrio, inclusione, tutela della salute e impegno etico-sportivo. E non a caso l’abbiamo dedicata al compianto Papa Francesco e al suo successore al soglio pontificio Leone XIV. Ma anche a Sinisa Mihajlovic e a Yara Gambirasio, esempi luminosi di forza, speranza e profonda umanità», ha rimarcato Polito nel premiare anche il giornalista turco Kesapli Dundar, Saverio Montingelli della Rai e Tullio Calzone del Corriere dello Sport-Stadio «per l’impegno nel divulgare nel tempo i più sani e autentici principi dello sport». Tra gli altri, riconoscimenti sono andati al pediatra Luigi Martinucci, a Gaetano Di Domenico (Feldi Eboli Calcio a 5), a Danilo Russo, all’osteopatia Paolo Giannella e a Ludovica Daniso (Elysium Agropoli). Apprezzati come sempre gli interventi di Augusto D’Aniello (Responsabile scientifico della Fondazione) e dell'imprenditore Giuseppe Ventre. Accattivante l’intervento dei promotori della disciplina sportiva in grande espansione Firewall Extreme, Massimiliano Bartoli e Gianfranco Mileto.

L’APP DEL FUTURO - Ciliegina sulla torta, la dettagliata presentazione da parte di Guido Catarozzo di «Sanap», la piattaforma avveniristica di gestione delle cure attraverso l’ottimizzazione dell’intelligenza artificiale, altro esempio di come le nuove tecnologie possono migliorare l’esistenza umana e salvare tante vite. Etica e scienza, insomma, binomio perfetto, come ha spiegato la relatrice Alba Di Pardo, Responsabile Genetica IRCCS di Neuromed, il centro molisano di Pozzilli divenuto ormai un’eccellenza a livello nazionale nella prevenzione, nelle cure e nella ricerca.
