La pedalata della Speranza al traguardo già pensa alla prossima

Il gruppo guidato dal dottor Laudati, partito da Torino, dopo più di mille chilometri in bicicletta, è giunto ieri a Bari. "Spero che il messaggio sull'utilità della attività fisica arrivi a chi ne ha bisogno. Se si farà la terza edizione, vorrei coinvolgere di più i reparti degli ospedali e portare con me Gianluca". L'esperienza di Laura: "Pedalando ho imparato che insieme tutto è possibile"
La pedalata della Speranza al traguardo già pensa alla prossima
Valeria Ancione
5 min

Dopo 1150 chilometri da Torino a Bari, si è conlcusa la Pedalata della Speranza, ideata dal dottor Roberto Laudati con l'associazione L'Arcobaleno della Speranza che si occupa di pazienti onco-ematologici. Alla sua seconda edizione, nel 2023 si era fermata a Roma, ha avuto gli stessi obiettivi della prima: testimoniare l'importanza dell'attività fisica durante la chemioterapia e raccogliere fondi per finanziare borse di studio dell'Arcobaleno della Speranza (a cui è possibile fare donazioni anche a pedalata terminata, andando sul sito dell'associazione stessa).

IL CERCHIO PERFETTO. Il dottor Laudati è un ematologo, 70 anni, ma è anche stato colpito da un linfoma di non Hodgkin, pertanto conosce a fondo la malattia e anche gli effetti collaterali della cura. Lo sport non è la soluzione al tumore, non fraintendete, né chi lo fa si salva chi non lo fa non si salva..., ma è un importante compagno di viaggio lungo il percorso della terapia, perché aiuta il corpo a reagire meglio alle cure, rendendolo più forte, e soprattutto attenua gli effetti collaterali della chemioterapia, impedendo quindi al fisico di abbattersi e non poter ricevere le cure stesse. Insomma, farebbe parte di un cerchio perfetto: terapia, corpo, attività fisica, mente uniti nel cammino di cura. L'impegno di Laudati e dei suoi fantastici "gregari" - che lo hanno accompagnato per tutto il tragitto, o che sono partiti e poi tornati, o che si sono aggiunti strada facendo, o che lo hanno accolto in Puglia - è stato quello di sensibilizzare pazienti, familiari e sanitari tutti sul programma di attività sportiva durante la terapia.

Partiti col sole sabato scorso, quelli della Pedalata della Speranza, si sono ritrovati ad affrontare tanti chilometri in centro Italia sotto la pioggia, per poi sbarcare in Puglia con un sole estivo. La soddisfazione finale è stata tanta. La gioia di chiudere un'impresa e pensare alla prossima non è mancata.

LE EMOZIONI DI LAUDATI. "Come l'anno scorso è stata una pedalata "tutti per uno uno per tutti" - ha raccontato Roberto Laudati  - In serata stessa (ieri ndr)  ci siamo infilati in furgone per il ritorno a Torino. Quando abbiamo lasciato Giovanni (il "gregario" di 77 anni che la discesa da Nord a Sud l'ha fatta tutta, ndr) alla stazione di Bisceglie ci siamo commossi tutti con lui. A parte una caduta per blocco della catena, roba da poco, porto con me ricordi già bellissimi: dalla commozione di Giovanni all'interesse della gente quando spiegavamo le finalità della pedalata, alla partecipazione di Pippo Franco (l'attore li ha accolti in Puglia, ndr). La speranza è che il messaggio sull'utilità della attività fisica arrivi a chi ne ha bisogno. Penso che nella prossima edizione, se ci sarà, mi piacerebbe coinvolgere di più i reparti e, senza dare fastidio ai pazienti, portare la nostra testimonianza. E vorrò con me Gianluca D'Agostino".

LA VOLATA DI GIANLUCA. Appunto Gianluca che mercoledì sarà sottoposto all'autotrapianto di midollo osseo, l'ultimo step delle terapie che ha dovuto fare, pesanti e debilitanti, per curare un linfoma. Anche Gianluca ha aiutato il suo fisico a reggere le cure mettendosi a pedalare. Ha fatto il primo tratto con Roberto, poi si è staccato dal gruppo, pedalando a distanza ma sempre collegato con gli amici che andavano verso Bari. Ha continuato insomma ad allenarsi per l'ultima salita che lo aspetta. A Gianluca, che dovrà stare qualche settimana in ospedale, fuori lo aspettano i figli Lorenzo e Ginevra, la moglie Chiara e ovviamente la bicicletta per pedalare verso un futuro di sogni che si fanno progetti: una casa al mare, tanto tempo con la famiglia, e un viaggio in bici. Ora non gli resta che spingere per la volata finale e uscire definitivamente dalla malattia. Ultimo sforzo da scalatore, alla Nibali, forza Gianluca!

IL VIAGGIO DI LAURA. Tra i "gregari" di Laudati c'è anche Laura, che ha vissuto col gruppo l'inizio della discesa da Nord a Sud. "Purtroppo ho partecipato soli due giorni per motivi di lavoro. Ero alla mia prima esperienza di viaggio in bici e la prima tappa è stato il mio record di pedalata più lunga. Vado in bici da pochi anni, ma pratico anche altri sport all'aperto, che mi hanno aiutato sempre a superare i momenti di difficoltà e ad avere più fiducia in me stessa. Pedalare con Roberto verso Bari è stata un'esperienza molto positiva che voglio assolutamente ripetere il prossimo anno, partecipando a tutto l'evento. Questa pedalata mi ha insegnato che "insieme è possibile". Anche nella vita è così: quel che da soli sembra difficile, a volte addirittura impossibile, insieme diventa fattibile. Io sono una farmacista, sono vicina alla gente che soffre, e cerco di offrire ascolto soprattutto, e consiglio. Roberto dice una cosa molto giusta: "il malato non si deve sentire abbandonato". Ho visto in lui una persona concreta, un medico come dovrebbero esserlo tutti, che quando guarda il paziente vede "la persona", con le sue fragilità. E oltre ad essere un bravo medico è un ciclista instancabile! Gran bell'esempio!"


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