Esclusivo: «Sesso, soldi e foto porno. Prigioniera di Eto'o»

"Revenge Porn: calcio, sesso e soldi", si intitola così il volume scritto da Nathalie Koah, che si dichiara ex amante del calciatore, definito "libertino e amorale"
Esclusivo: «Sesso, soldi e foto porno. Prigioniera di Eto'o»
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ROMA - "Revenge Porn: calcio, sesso e soldi", è questo il titolo del libro pornografico su Samuel Eto'o. Il volume sarebbe dovuto uscire oggi in Francia se l'ex attaccante dell'Inter non ne avesse bloccato la distribuzione. Le pagine, a firma della sua ex, Nathalie Koah, avrebbero svelato i lati più intimi della vita sessuale del camerunese, che, però, l'ha prontamente portata in tribunale per “violazione del diritto alla riservatezza”.

QUERELLE GIUDIZIARIA - Questo episodio è solo l'ultimo di una lunga guerriglia giudiziaria iniziata nel 2013 quando l'ex attaccante del Barcellona aveva portato la Koah davanti al giudice accusandola di truffa e furto. Un anno e mezzo fa, a sporgere denuncia era stata, invece, lei, scagliandosi contro Samuel per aver diffuso sul web foto a carattere pornografico che la vedevano protagonista. Il ritratto oscuro dell'attaccante e allenatore dell'Antalyaspor rimarrà sigillato nelle pagine della Koah, almeno fino a lunedì prossimo: la decisione dei giudici parigini potrebbe essere ribaltata dal ricorso che è stato presentato dalla casa editrice Editions du moment.

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L'APPELLO DELLA KOAH "Libertino, senza limiti, amorale e senza scrupoli” è questo il Samuel Eto'o che avrebbe tenuto "prigioniera" Nathalie Koah per sette anni. Amareggiata per la mancata distribuzione del libro, la ventinovenne ha rilasciato un'intervista alla tv France 24: «Sono sorpresa e abbattuta. Ogni volta si vuole costringermi al silenzio, quando invece voglio solo raccontare la mia vita e spiegare la mia battaglia».

La giovane, di umili origini, giustifica la sua testimonianza come un appello a tutte le ragazze che si sentono attirate da una vita di «pailettes, ragazze che non pongono limiti alla loro coscienza e al loro corpo». E conclude: «Non mi considero un esempio, ma voglio che si spieghi la verità su questa prigione dorata. Magari non è colpa di chi mi ci ha messo in quella prigione, ma mia che non ho saputo dire stop».

In un’intervista esclusiva rilasciata al giornale “Jeune Afrique”, Nathalie Koah ha raccontato la sua verità.

Signora Koah, qual è l’obiettivo del suo libro?

«Raccontare la mia verità. Sono state scritte molte menzogne dall’inizio di questo scandalo. Ho voluto ristabilire la verità dei fatti». 

E’ alla ricerca di un accordo amichevole per comporre la questione?

«No. Non è una questione attuale. Mi attengo alle procedure giudiziarie in corso».

Eto’o si sente invulnerabile di fronte alla giustizia camerunense?

«Si sentiva invulnerabile, ma, oggi, è diverso. Penso che tema un po’ la giustizia. Non sapeva che io potessi difendermi e che avessi registrato le nostre conversazioni».

La pubblicazione del suo libro non può essere interpretata come un attacco a Eto’o da parte sua?

«Qualunque cosa sia, il male è fatto. Le foto sono lì da vedere e io devo ricostruire la mia reputazione e la mia vita. E’ ciò che m’interessa. Il libro non ha nulla a che vedere con e cause in corso. Noni aspetto più nulla da Samuel. Le uniche relazioni che avrò con lui saranno in tribunale».

Lei dice di averlo perdonato...

«Sì. Non voglio ricordarmi del male che mi ha fatto.Samuel non è responsabile delle mie scelte, delle scelte che ho fattore piacergli. Non gli rimprovero l’andazzo che aveva preso la nostra relazione. Ciò che gli rimprovero e di avere messo on line le mie foto, di avere esposto le mie nudità e di avere messo al mia vita in piazza».

Come descriverebbe Eto’o?

«Samuel un uomo complesso e non lo sa. A volte è dolce, a volte è duro, a volte è collerico, oscuro. Pendola fra il ragazzo povero che era e ciò che è diventato. Samuel dice spesso che non si sente al suo posto in nessuno di questo due mondi».

Se potesse tornare indietro, a sei anni fa, che cosa cambierebbe?

«Nulla. Io ho cercato questa relazione perché mi mancava qualcosa. Se avessi fatto le cose in maniera diversa, non sarei dove sono oggi».

Teme reazioni in Camerun all’uscita del suo libro?

«Dal momento in cui io rivelo i dettagli delle mia relazione, compresi quelli sessuali, sono certa che susciterò reazioni. In Camerun la donna non parla di sesso, non alza la voce, non tiene testa a un uomo. Io so che sarò giudicata. Quando le mie foto sono uscite su Internet, la gente ha criticato me, non Eto’o. Nessuno è insorto per protestare contro quelle foto messe in piazza».

Lei ha lanciato una linea di lingerie nel 2015. Come ha finanziato questa attività? Con il denaro che Eto’o le ha offerto?

«No. Quando Samuel ed io ci siamo separati, la gente pensava che io avessi miliardi. Falso. Tutto ciò che avevo, l’ho speso per le cause in tribunale. Ora mi guadagno da vivere con il mio lavoro e il mio attuale compagno mi aiuta molto. So che mi dipingono come una materialista attaccata al denaro, ma non è colpa mia se gli uomini ricchi mi frequentano».

 


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