Valeria Solarino e Giulio Scarpati al Corriere dello Sport-Stadio: «Totti è il Kubrick del calcio»

I due attori, in scena al Teatro Ambra Jovinelli con la trasposizione teatrale del capolavoro cinematografico di Ettore Scola "Una giornata particolare", ospiti in redazione
Valeria Solarino e Giulio Scarpati al Corriere dello Sport-Stadio: «Totti è il Kubrick del calcio»
Simone Zizzari e Tommaso Maggi
5 min

ROMA - Una giornata particolare in redazione. Valeria Solarino e Giulio Scarpati sono venuti a trovarci per parlare della loro ultima "fatica" teatrale: la trasposizione scenica del celebre film di Ettore Scola "Una giornata particolare". Al Teatro Ambra Jovinelli fino al 10 aprile, i due attori vestiranno i panni di Sophia Loren e Marcello Mastroianni, protagonisti del capolavoro cinematografico dell'indimenticato regista, scomparso lo scorso gennaio.

LO SPETTACOLO - Confrontarsi con questi due colossi della storia del cinema italiano è una sfida stimolante per entrambi: "E' soprattutto molto divertente - racconta la Solarino -, è bello ogni sera calarsi nei panni di personaggi così belli e scritti così bene: è veramente un privilegio". "Abbiamo cercato di raccontare lo spirito del film - spiega Scarpati -, è un bel successo ma soprattutto una grande soddisfazione. L'emotività che si scatena tra platea e palcoscenico è unica, lo spettacolo dal vivo è qualcosa di speciale: è come vedere una partita allo stadio!".

LA ROMA DI SCARPATI - La metafora calcistica usata da Scarpati non è un caso. L'attore è un grande tifoso della Roma: "Da ragazzino andavo con mio fratello in Curva Sud, arrivavamo molto presto e ammiravamo il capitano di allora, Giacomo Losi, e le sue celebri rovesciate". Mancano poche ore al derby e Scarpati ricorda un divertente aneddoto del suo passato legato alla stracittadina: "Ho vissuto molti derby a teatro, ne ricordo uno in particolare che la Roma ha vinto. Per sfregio, mentre ero in scena, mi hanno tappezzato il camerino di biancoceleste! Sempre sul palcoscenico ho dovuto subire lo scudetto della Lazio. E' stato uno momento dolorosissimo, ero in scena con l'Idiota di Dostoevskij. In quel caso, però, idiota era anche la faccia che avevo alla fine dello spettacolo vedendo esultare tecnici e attori laziali!". L'amore di Scarpati per la Roma va di pari passo con la sua ammirazione per il capitano Francesco Totti e il dispiacere per un suo addio che potrebbe avvenire al termine della stagione: "E' sempre molto difficile gestire gli addii dei grandi campioni. Mi dispiace vedere Totti in difficoltà o magari che non gioca neanche dieci minuti però non so capire quanto il giocatore sia in grado di esprimere il massimo di sé stesso anche perché ha espresso nella Roma il massimo in assoluto. Quanti ragazzini hanno avvicinato il calcio e la Roma grazie a Totti? Totti è stato talmente creativo, è il Kubrick del calcio!".

SOLARINO, PASSIONE TENNIS - Se Scarpati è un grande tifoso di calcio, Valeria Solarino è una grande appassionata di tennis. L'attrice racconta quella che è una vera e propria "malattia" per questo sport: "Quando non lavoro - rivela -, gioco anche tutti i giorni. E' una passione che ho iniziato a coltivare dopo aver letto "Open", la bellissima autobiografia di Andre Agassi. Sono stata spesso a Wimbledon, al Roland Garros e al Master Atp. Ora il tennis occupa così tanto la mia vita da darmi proprio 'un centro'. E' uno sport anche molto "mentale" che consiglio a tutti". La Solarino si dimostra una vera esperta tanto da addentrarsi in particolari tecnici: "I miei colpi migliori sono il dritto incrociato e il dritto a sventaglio che è il colpo migliore di Nadal che guarda caso è il mio tennista preferito! Il caso Sharapova? Mi è dispiaciuto tanto, voglio credere nella sua innocenza perché ho sempre ammirato il suo talento e la sua grandezza. E' uno sport molto faticoso e non penso che questi mezzi siano così utili per vincere tante partite nella vita di un atleta così forte". La Solarino è un fiume in piena quando si parla di tennis, uno sport che fa ormai parte integrante della sua vita. L'attrice non fatica così ad azzardare un suggestivo parallelismo: "Il McEnroe del cinema? Gian Maria Volonté per il suo estro e la sua follia!".


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