«Cara Selvaggia Lucarelli, i tifosi hanno sbagliato ma Gela è altro»

Lettera di un giornalista di Gela a Selvaggia Lucarelli, che aveva ironizzato sulla città siciliana
«Cara Selvaggia Lucarelli, i tifosi hanno sbagliato ma Gela è altro»
Adriano Lo Monaco
2 min

ROMA - Gela come Parigi o New York, Gela come qualsiasi altro paese della provincia di Vibo Valentia o di quella autonoma di Trento. Ritengo legittimo, quando fatto bene, il diritto del cittadino a difendere la propria terra. Domenica si è persa un'occasione. C'è una facoltà dell'intelletto che ci consente di aspirare alla libertà e senza bisogno di lottare. È l'ironia, che è reale e non ipotetica. Respira in ognuno di noi, basterebbe soltanto affinarla un po'. Questo è l'ingrediente principale che è mancato ai tifosi che hanno esposto il famoso striscione (dal quale mi dissocio) nella giornata della promozione in Serie D.

Hai ragione laddove dici che Gela non è bellissima, non ti si può dar torto. Non sono le prime quattro parole che la nuora della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare digita su Google nel momento in cui decide di programmare una vacanza per far felici i bambini. C'è un però, che riguarda il lato soggettivo della vicenda. È la nostra, la mia, città. Ciò che risulta sgraziato a un freddo occhio esterno non potrà mai competere con la sensibilità di chi vive la sua culla nel quotidiano né con l'irrazionalità di chi ne asseconda i difetti. È una mamma. Che ti aspetta quando il tuo sguardo è posato su un'altra direzione e ti deride perché la sua chioma è sempre più grigia e tu non te ne accorgi. Sarà un limite, ma non ho dubbi su dove trascorrere le prossime ferie estive. Gela è altro. Ad alcuni manca il garbo, a molti manca Greta Garbo.

VIDEO: GELA CONTRO SELVAGGIA LUCARELLI


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