Duilio Pizzocchi: «Io e il Bologna: un affetto profondo con qualche sprazzo di passione»

Il comico e cabarettista bolognese: «Ad inizio campionato ho scommesso con mia figlia e il suo ragazzo che saremmo arrivati nei primi dieci. Comincio a vedere quei 50 euro nel mio portafogli...»
Duilio Pizzocchi: «Io e il Bologna: un affetto profondo con qualche sprazzo di passione»©  Damiano Fiorentini
Valentina Cristiani
9 min

BOLOGNA - Maurizio Pagliari, in arte "Duilio Pizzocchi". Fin da bambino mostra propensione alla battuta, allo scherzo ed a ogni forma di divertimento. Già a vent'anni comincia a frequentare le Radio e le TV dell'Emilia Romagna partecipando a programmi umoristici; nascono qui le prime "macchiette": Duilio Pizzocchi, imbianchino ferrarese che vive in un mondo di barzellette. Poi arriva Cactus, tipico frickettone molto in voga negli anni '80, il classico tipo che vive alla giornata, sempre a caccia di prestiti, furtarelli e prodotti stupefacenti. Per parodiare le tante maghe e chiromanti presenti nelle TV private nasce "Donna Zobeide", che, pur proponendo sistemi divinatori assurdi, trova credito tra i radio ascoltatori.  Nei primi anni '90 arriva anche Ermete Bottazzi, camionista ferocissimo e spietato, sempre lanciato, a tutta velocità, sulle strade d'Italia coi suoi "carichi improbabili". Dello stesso periodo è anche La Novella, vecchietta acida e menagramo che, dopo un lungo periodo di gestazione radiofonica trova spazio anche sul palcoscenico.    Con questo corredo Duilio è ospite di svariate TV locali e, più raramente, in quelle nazionali (Maurizio Costanzo Show - Zelig)! Nel 1992 fonda il Costipanzo Show, varietà comico tuttora vitale, in cui trova particolare sintonia con Giuseppe Giacobazzi. Fra i suoi spettacoli teatrali si possono citare Coppia d'assi (con Giacobazzi) e lo spettacolo di monologhi Vernice fresca.

8 gare vinte, 28 punti realizzati, 9 posizioni scalate. Sono i numeri a parlare per Donadoni, Duilio. Nono il piazzamento attuale in classifica, la seconda miglior neopromossa d'Europa: infatti fra le matricole dei 9 più importanti campionati europei (Italia, Spagna, Inghilterra, Germania, Francia, Olanda, Belgio, Portogallo e Russia) solo il Nec Nijmegen nei Paesi Bassi (al momento 8°), è più in alto dei rossoblù in graduatoria. Ci narri la sua soddisfazione …

Ad inizio campionato ho scommesso con mia figlia e il suo ragazzo che saremmo arrivati nei primi dieci. Comincio a vedere quei 50 euro nel mio portafogli”.

Il Bologna è una neopromossa, riesce a trovare un neo sulla promossa? La prossima stagione dove si vede e dove vede il BFC...?

Il neo è lo scarso sfruttamento del fattore campo, almeno finora. L'anno prossimo io mi vedo sempre qua e il Bologna sempre più in alto”.

Il Bologna ieri, il Bologna oggi. La trasformazione dei rossoblù da Delio Rossi a Donadoni può essere paragonabile a quella da Ermete Bottazzi a Donna Zobeide?

E’ un bel paragone, basta mettere una parrucca e un paio di occhiali per cambiare completamente personalità. Tanto più vero se pensi che fare Bottazzi mi costa fatica,la voce sforzata di gola, la postura con la schiena inarcata...mi viene da tirar via, magari farlo male, pur di finire in fretta e passare a qualcosa di più gradito. Non so se ho reso l'idea”.

Il calcio a Bologna come è ri..Saputo è molto importante, quanto può incidere sull'umore?

Può incidere molto sull'umore e anche sull'amore: se perdi puoi consolarti facendo l'amore, se vinci sei euforico e ti vien voglia di fare l'amore”.

Più semplicemente per lei felicità è…

Per me felicità è non aver pareggiato”.

Ci parli del suo amore verso Bologna ed il Bologna…

Per Bologna città ho un rapporto di amore-odio. Amore quando faccio una passeggiata per le vie del centro, odio quando mi trovo bloccato in tangenziale agli orari più impensati. Verso il Bologna ho avuto un amore profondo nel passato, quando nel ‘79 ci salvammo dalla serie B pareggiando 2 a 2 l'ultimo incontro col Perugia andai a San Luca a piedi per ringraziare la Madonna. Poi la serie B e addirittura la C spensero un po' l'entusiasmo e come in una coppia con tanti anni di matrimonio alle spalle è rimasto un affetto profondo con qualche sprazzo di passione”.

La risata, una chiave che apre la porta dell’anima scavalcando i pregiudizi. Va a braccetto con l'umorismo, la capacità intelligente e sottile di rilevare e rappresentare l'aspetto comico della realtà. Ma è proprio così? E soprattutto la comicità è una cosa seria?

A me sembra che spesso il pregiudizio sia una chiave della risata, nei testi comici la moglie è sempre una rompiscatole, il maschio ha la fissazione del sesso, il napoletano non ha voglia di lavorare e così via. In sè non è una cosa seria, lo diventa quando qualcuno la prende sul serio e magari si offende per una battuta”.

Quando ha scoperto di essere comico?

Io ho sempre avuto la passione di ridere e far ridere, fin da bambino. Pensa che già alle elementari quando il maestro si prendeva una pausa (a quei tempi c'era un solo maestro per tutte le materie) anzichè chiamare il bidello a mantenere l'ordine metteva me ad intrattenere la classe con storielle e barzellette. Poi al lavoro, in vacanza, nei militari il mio gusto massimo era organizzare scherzi e raccontare storie per ridere e soprattutto far ridere…

Tre modi per essere divertenti?  

Essere molto intelligenti, sembrare molto stupidi, desiderare sinceramente di far ridere gli altri”.

La leggerezza può essere una chiave anche per temi pesanti? 

Si, certamente. Sdrammatizzare in molti casi aiuta ad affrontare i problemi, sempre nei limiti della riunione di condominio o del consiglio dei ministri. Verso le guerre e le malattie può essere di cattivo gusto”.

Far ridere, far piangere. E’ più difficile…

Si dice che sia più facile far piangere, io però non ci ho mai provato. Certo se c'è da piangere piango: quando è uscito il film "Hachiko" con questo povero cane che aspetta il suo padrone morto alla stazione per anni e anni ho pianto come un cirrocumulo. Tutte e tre le volte che l'ho visto. Direi che, molto genericamente, per far piangere bisogna mostrare situazioni capitate ad altri, mentre per far ridere occorre qualcosa in cui lo spettatore possa immedesimarsi”.

Cosa la fa emozionare quando è dalla parte dello spettatore? 

Il gol della vittoria al novantesimo, i Berliner Philharmoniker che eseguono la marcia di Radetzky al concerto di capodanno,Valentino Rossi che passa Lorenzo all'ultima curva, i miei amici comici che fanno venir giù il teatro dalle risate”.

Per un comico il pubblico è il suo psicologo?

Non proprio, è il suo primo referente. E’ il pubblico che decide se quella battuta che ti sembra così divertente lo è davvero. O al contrario ne butti lì una che non ti sembra granchè e ridono a crepapelle. A lungo andare è il pubblico a formare la tua idea di comicità”.

Dove sarebbe finito se non avesse fatto questo mestiere?

Adesso sarei in pensione dopo quarant'anni di onorata carriera come meccanico alla motori Minarelli e farei l'asino “a gratis" con gli amici del bar”.

Si guarda allo specchio e vede...?

Capelli bianchi e troppa pancia”.

Il comico è un “Latin Lover”?

Fare il comico con un minimo di popolarità ed essere sempre in giro per feste, fiere e locali permette di fare molte conoscenze femminili dribblando il porblema dell'approccio iniziale. Da lì se uno ha la predisposizione ad essere un ‘tombeur de femmes’ si trova sicuramente in posizione di privilegio. Io sono più portato alle storie romantiche che non al martellamento indiscriminato, per cui ho approfittato pochissimo della mia posizione”.

Dulcis in fundo, se le chiedessi di descriversi in tre righe mi risponderebbe…?

Sono lunatico, inoperoso se non stimolato da qualcuno. Cerco sempre l'aspetto positivo delle cose, sono comprensivo verso gli errori degli altri e soprattutto verso i miei. Permaloso ma mi passa subito. Curioso di tutto, dagli UFO alla ricetta della bagna cauda. Faccio buoni propositi che poi non metto in pratica. Rimando il rimandabile. Mi piacciono il mare, il barbecue, i fiori arancioni,il divano, le calze autoreggenti… (non indossarle, eh! – conclude in bellezza, Duilio )”.


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