Bologna, Mihajlovic: conto alla rovescia per il ritorno a Casteldebole

Già nelle prossime ore potrebbe essere in campo per dirigere l’allenamento: vuole preparare la squadra per la Juve
Bologna, Mihajlovic: conto alla rovescia per il ritorno a Casteldebole© FOTO SCHICCHI
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BOLOGNA - La volontà di esserci è forte, più forte del resto. Sinisa Mihajlovic vuole riprendersi la sua normalità, i suoi allenamenti, il centro tecnico di Casteldebole, le risate con i giocatori, e anche le incazzature. Ci proverà oggi che a Casteldebole si riparte dopo il weekend, ma è più probabile che Sinisa sarà in campo a guidare il Bologna entro la fine della settimana, cioè nei giorni immediatamente prima della sfida contro la Juventus. Del resto, molti dei rossoblù sono ancora in giro per le partite con le nazionali. Poi Mihajlovic sarà a Torino, allo Stadium, per la partita. Questo, almeno, è il suo desiderio. Ieri Sinisa era ancora a Roma, ma già nelle prossime ore potrebbe essere in città. Al Majestic, il vecchio Baglioni, c’è una stanza prenotata a suo nome, ci sta la sua famiglia quando lui deve andare in ospedale. Sinisa dovrà fare altri controlli, è la prassi, ma se starà bene (e se anche il clima e molti altri fattori lo permetteranno), sarà a Casteldebole e guiderà la squadra insieme al suo vice Miro Tanjga e al giovane tattico Emilio De Leo.

Speranza forte

Il videomessaggio che ha toccato i cuori, quello proiettato sul maxischermo del Dall’Ara poco prima dell’inizio della partita delle leggende, ha funzionato da stimolo per tutti. I giocatori sono carichi, stracarichi, lo vorrebbero a Casteldebole ogni giorno, sempre. È stato Orsolini che ieri, durante le premiazioni dello Scopigno, ha confessato di sperare di avere Sinisa in panca allo Stadium. Ma così pensano Dzemaili, Poli e tutti gli altri. Sono lontanissimi i tempi di Verona, quando Sinisa era arrivato al Bentegodi, si era seduto in una stanza vuota e aveva aspettato l’ok per poter entrare in campo. In quei minuti entrò anche Sabatini, i due si fermarono lì a chiacchierare un po’. Per la squadra, poi, la sua presenza fu un brivido, un’emozione talmente forte da creare quasi una sorta di blocco. Lontani sono anche i tempi del derby contro la Spal, la seconda partita di Mihajlovic quest’anno, al Dall'Ara. Lì la squadra aveva reagito bene, aveva saputo trasformare la sua presenza in gioco, velocità, forza e gol. Poi c’era stata la sfida contro la Lazio, ed era stato in quel caso che si era notata davvero la differenza: quando Sinisa è presente la squadra gioca in modo diverso, è tutta un’altra storia. 

Presenza concreta

Anche per questo Mihajlovic vuole essere a Torino, perché sa che la sua presenza lì, sul campo, il suo essere fisicamente vicino alla squadra vale molto più di un’immagine sgranata proiettata in conference call a fine primo tempo. La tecnologia aiuta fino a un certo punto. I giocatori lo vogliono sentire, vedere, guardare, ascoltare. Sinisa dovrà prendere ancora alcuni accorgimenti, dettagli come la mascherina e il berretto in testa non sono cose da poco, ma la sua volontà è molto più forte anche di queste cose. Lo è stata sempre, durante tutti questi mesi da quando ha rivelato al mondo di dover combattere contro la leucemia. Sinisa è forte, Sinisa c’è. O ci sarà, a Casteldebole, nelle prossime ore. Ne ha parlato anche con il suo amico Mancini, quando è andato a vedere l’Italia e si è fatto fotografare con la maglia verde, quella che usavano i giocatori della nazionale. Sinisa ha confessato che il campo gli manca troppo, che gli manca la quotidianità. Ma gli spiragli ci sono, e fra poche ore il tecnico serbo potrebbe riprendersi il suo posto al centro tecnico.




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