Coronavirus: Soriano, spostamento necessario per la nascita del figlio

Il giocatore del Bologna si è spostato per stare vicino a Marta: aspettano il secondo figlio, tra qualche settimana
Coronavirus: Soriano, spostamento necessario per la nascita del figlio© FOTO SCHICCHI
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BOLOGNA - L’autocertificazione, tre ore di macchina, Bologna-Genova per una quarantena migliore. Roberto Soriano si è spostato per stare vicino a Marta, la moglie, e al piccolo Diego, il loro primo figlio. Aspettano il secondo, tra qualche settimana. Belle notizie in tempi di pandemia. Che Soriano sta cercando di vivere con grande maturità e tranquillità. La società gli ha dato l’ok, il Bologna è sempre stato attento a questi aspetti. Così Soriano, mascherina e guanti, documenti alla mano, è tornato a Bogliasco dove è anche residente e dove si fermerà finché sarà possibile (probabilmente anche dopo il parto della moglie). E’ una reclusione forzata un po’ più sostenibile, ora, per Soriano. Era rimasto a Bologna da solo, ma la mancanza della famiglia era troppo forte e quando non ce l’ha fatta più ha chiesto il permesso per andare. Anche questo racconta, in fondo, di come il calcio sia stato risucchiato nella realtà di tutti.

Uomini soli

Non sono molti i calciatori del Bologna a essere rimasti soli in città o vicino a Casteldebole, nella zona residenziale. I giovanissimi, quelli che hanno le famiglie dall’altra parte del mondo e che la pandemia ha costretto all’impossibilità di prendere voli. Barrow vive da solo, e come lui anche Juwara. I due gambiani passano il tempo alla Play, si chiamano. Anzi, si chiamano tutti. Ogni giorno scatta l’ora della videochat: Skype, FaceTime, a seconda dei momenti. La squadra si ritrova anche due, tre volte al giorno. A gruppi di cinque o sei, anche di più, per passare un’ora insieme, e rendere questa lunga, lunghissima situazione un po’ più sostenibile. Dominguez è con la fidanzata Carolina, che posta ricordi e momenti di vita casalinga su Instagram. Invece Tomiyasu è da solo. Il giapponese fa come può, si arrangia. E lo stesso sta facendo anche Schouten, anche il centrocampista olandese sta vivendo il momento nel pieno rispetto delle regole. Solo anche l’altro olandese, Denswil. Ormai i giorni di quarantena cominciano a essere tanti, l’ultimo allenamento il Bologna lo aveva fatto lo scorso ormai venti giorni fa. Tanti, tantissimi.

Le famiglie

Sinisa Mihajlovic è a Roma, blindatissimo, attentissimo. E così anche il dt Sabatini. Il diesse Bigon ogni giorno telefona ai suoi collaboratori, poi fa il giro delle chiamate ai giocatori. E’ un collante per la squadra. Era stato così a Castelrotto, nei giorni difficili della malattia di Sinisa. Non si tira indietro nemmeno oggi che c’è il Coronavirus. Se il Bologna ha fatto il possibile, inviando attrezzi a casa di tutti, fornendo indicazioni sui supermercati, allacciando un filo diretto per qualsiasi evenienza, anche le famiglie hanno un peso profondo in questa pandemia. Moltissimi, prima che scoppiasse il caos, sono riusciti a portare le famiglie a Bologna (qualcuno l’aveva già). Krejcì, per esempio, sta passando il tempo insieme alla compagna, e così anche Svanberg (la sua ragazza gioca nel Bologna). Palacio è riuscito a far venire la famiglia da Milano. Sono tutti qui, e il tempo scorre un po’ più tranquillo. Ed è così anche per Da Costa, per Sansone, per Skorupski. Orsolini invece sta assieme alla fidanzata, insieme cucinano il ragù e cercano di alleggerire un po’ le giornate. E così anche Poli. Il Ropero Santander passa le giornate in compagnia della sua famiglia, mentre Mbaye vive con la fidanzata e, come tutti, insieme aspettano un po’ di normalità.

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