Fiorentina, il Cartellino Viola: un calcio fatto anche di fair play

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Fiorentina, il Cartellino Viola: un calcio fatto anche di fair play© ANSA
Francesca Bandinelli
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ROMA - Il battesimo dell’iniziativa è stato nell’ultimo dei Fifa Fair Play Days del 2011. “Cartellino Viola” perché, come recitava il claim «per vincere davvero, vincere non basta». Dopo l’idea del “terzo tempo”, il corridoio di mani tese agli avversari al termine della gara, manifestata per la prima volta in una domenica di dicembre 2007, dopo l’abbattimento delle barriere protettive per affrancare i tifosi, Firenze ha assistito alla nascita dell’iniziativa del “cartellino viola” come simbolo del fair play, per affiancare ai risultati sportivi la correttezza dei comportamenti dentro e fuori dal campo, restituendo così allo sport il suo naturale ruolo di svago e divertimento. Ogni mese, su suggerimento di una giuria si individuano tesserati protagonisti dell’episodio di Fair Play più rilevante nell’arco di tutti i campionati professionistici italiani. L’adesione della Figc viene di conseguenza, così come il coinvolgimento del pubblico che attraverso un apposito sito può contribuire a segnalare episodi degni di nota. Così tra i premiati ci sono Simone Farina, Morgan De Sanctis, Miro Klose. E, infine, nel 2015 c’è stata la revisione del Codice Etico del Gruppo, con una sezione dedicata alla “Sportività e Fair Play”. E fair play, passione e crescita dei giovani talenti del nostro calcio, sono i temi anche della nuova campagna Sky #NuovoInizio dedicata alla Serie A.

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