FIRENZE - Un calcio alla paura, perché i soli due punti di vantaggio sul terzultimo posto, a pochi giorni dal faccia a faccia per la salvezza contro il Genoa, evocano vecchi fantasmi, veleni da Serie B. La stagione è lunga, c’è ancora più del 75% di gare da giocare, ma i record al contrario registrati in questo avvio di campionato fanno venire i brividi a chiunque. Proprio per questo, ora, serve unità, sostegno ad una squadra evidentemente in difficoltà. Se lunedì i cancelli del Franchi fossero aperti, per capirsi, per 90 minuti, la Fiesole sarebbe una bolgia: tutti stretti attorno al tecnico e ai giocatori, chiamati ora più che mai a dimostrare il loro vero valore. E’ questa l’ambasciata fatta arrivare ai senatori viola: tocca a loro metterla in pratica.
Niente alibi
Di fronte alla Curva, ieri è stato appeso uno striscione. «Ora basta. Avete rotto, rispettate la maglia». Non si tratta di una contestazione, semmai di un accorato messaggio rivolto ai diretti protagonisti. Non è tanto il ko col Milan ad aver riaperto la ferita, quanto piuttosto l’immagine di una Fiorentina senz’anima, sfiduciata, capace di accendersi e viaggiare solo a singhiozzo. E’ stato già sollevato un allenatore, fuori Iachini e dentro Prandelli: adesso la squadra non ha più alibi, il carattere e la determinazione degli uomini, prima ancora che dei calciatori, devono emergere in ogni modo. Se possibile devono anche fare la differenza, senza finire più attanagliati dalla paura alla prima difficoltà, sbriciolandosi subito dopo. Il gruppo deve rispondere sul campo già da lunedì, tornando a conquistare un successo che in campionato manca dal 25 ottobre.
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