Atp Finals, Federer batte Berrettini in due set: seconda sconfitta per l’azzurro

Nel secondo match del torneo in svolgimento a Londra il numero 8 del mondo, dopo il ko contro Djokovic, è stato sconfitto anche dal campione svizzero con il punteggio di 7-6 (7-2), 6-3
Atp Finals, Federer batte Berrettini in due set: seconda sconfitta per l’azzurro© Getty Images
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LONDRA - Matteo Berrettini gioca alla pari per un set ma deve infine arrendersi a Roger Federer, per la verità non proprio in giornata di grazia, nella terza giornata delle ATP Finals. Dopo la netta sconfitta all'esordio contro Novak Djokovic, il 23enne romano era chiamato al riscatto contro il sei volte vincitore del torneo dei Maestri. Una sorta di rivincita degli ottavi di finale di Wimbledon, persi malamente dall'italiano, che alla O2 Arena - pur sconfitto - ha saputo cancellare quella batosta. "Sono soddisfatto, per quanto lo si possa essere dopo una sconfitta - il commento dell'italiano -. Ho avuto le mie chance e ho messo a segno anche grandi colpi. Avrei potuto giocare meglio il tee-break, ma Roger ha meritato più di me".

Federer vince il primo set al tie-break

Soprattutto nel primo set, Berrettini ha onorato il prestigioso palcoscenico londinese, trascinando la frazione fino al tie-break. Nel dominio dei rispettivi servizi, capita a Federer l'unica palla-break, quando - nel 12° game - Berrettini salva il set con una volée alta. Ma il solo vero passaggio a vuoto dell'intero match costa caro a Berrettini. Nel tie break, mentre Federer infila due ace, e azzera gli errori gratuiti, all'italiano si inceppa il dritto e incappa anche in un doppio fallo.

Subito break di Federer all'inizio del secondo set

Quindi, nel game d'apertura del secondo set, cede a zero la battuta. Un parziale di 11 punti a due che fa pendere decisamente dalla parte dell'elvetico l'inerzia del match. Federer difende senza assilli il vantaggio fino a quando, sul 5-3, annulla tre palle-break di Matteo con tre precise prime di servizio. Il gioco più lungo del match (16 punti) è l'ultima occasione di giornata per Berrettini che, ormai scarico, finisce per smarrire il successivo turno di servizio. Una resa con onore, dopo un'ora e 18' di sostanziale equilibrio. A fare la differenza, nell'economia del match, la maggior freddezza e consuetudine di Federer nel giocare al meglio i punti decisivi. Un aspetto sul quale Berrettini deve ancora migliorare.

Le parole di Berrettini

"Quando sono rientrato negli spogliatoi la prima cosa che ho detto al mio team è che voglio riuscire a battere questi campioni. Oggi penso di aver dimostrato che posso giocarmela. Ma, con tutto il rispetto, voglio di più". La prima volta nel torneo dei Maestri gli ha finora riservato solo sconfitte, due, entrambe maturate in due set. "Ma penso di aver giocato bene anche contro Djokovic - la replica di Berrettini -. Al di là del punteggio, anche oggi sono riuscito ad esprimere il mio gioco e con il servizio penso anche di avergli fatto male. Sono sceso in campo convinto di poter centrare la vittoria, e durante il match ho trovato conferme alle mie convinzioni". Se la qualificazione alla semifinale di sabato ormai è compromessa, nulla toglie alla crescita di Matteo, bravo ad alzare di molto il livello del suo tennis negli ultimi sei mesi. "Rispetto a quando ho perso contro Federer a Wimbledon, oggi è stata un'altra partita. Oggi ho giocato e perso contro un avversario più forte, a Wimbledon ero in stato confusionale, non funzionava nulla, neppure il servizio".

Berrettini negli ultimi 12 mesi ha scalato il ranking mondiale

Il futuro non può dunque che sorridere all'italiano, che negli ultimi 12 mesi ha scalato il ranking mondiale, passando dal n.54, in gennaio, all'ingresso nei Top 10. "Federer ha giocato questo torneo 17 volte, immagino che anche lui la prima volta abbia accusato un po' la pressione. Giocare a questi livelli è fondamentale perché si impara tantissimo, al di là del risultato. A maggior ragione quando affronti questi campioni, che non solo sono i più forti in circolazione, ma forse i più forti di sempre". Una nuova consapevolezza, cresciuta grazie all'aumentata autostima. "Oggi, quando sono sceso in campo, sapevo esattamente cosa avrei dovuto fare per vincere. Purtroppo non ci sono riuscito, ma è fondamentale come punto di partenza per continuare a crescere".


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