© EPANel corso di un’intervista all’Equipe, Novak Djokovic ha passato in rassegna un 2021 straordinario per lui, dove è stato a un solo match dal realizzare il Grande Slam. Dopo i trionfi agli Australian Open, al Roland Garros e a Wimbledon, e superata la delusione dei Giochi Olimpici, il serbo era riuscito ad arrivare in finale a Flushing Meadows dove però è stato travolto da Daniil Medvedev. Il tutto nonostante il grande supporto del pubblico. "Solitamente, nei match importanti, non sono il preferito degli spettatori e mi ero preparato a vivere quella solita atmosfera - racconta - E invece tutto lo stadio era con me. Non me l'aspettavo affatto, sono stato colto di sorpresa. E anche questo potrebbe aver condizionato il mio gioco". Niente scuse, però: "Medvedev quel giorno ha giocato meglio di me, non mi ha dato molte possibilità, non mi ha fatto entrare in partita. Ho perso la battuta all'inizio e da lì è stato difficile, lui ha servito sempre bene e mi sono sempre trovato a inseguire. Per non parlare della pressione: in tutta la mia carriera sono sempre riuscito a gestirla ma non in quel momento”.
Djokovic sulle Olimpiadi di Tokyo
Djokovic fa poi un passo indietro, tornando al torneo olimpico dove si presentava da grande favorito salvo poi rimanere senza medaglie, sconfitto in semifinale da Zverev e poi anche nella finalina per il bronzo. "Sarebbe stato meglio se non fossi andato ai Giochi prima degli Us Open - confessa il serbo - Avrei avuto più energie, fisiche e mentali. Già a Tokyo avevo il serbatoio al 50% e dopo avrei avuto bisogno di tempo per riprendermi, non ne avevo più. Non sto cercando di trovare delle scuse ma mi sarei preparato meglio per New York se non fossi andato ai Giochi. Detto questo, però, non mi pento di esserci andato".