Djokovic, ricorso respinto: sarà espulso dall'Australia

La Corte federale ha respinto le richieste del tennista numero 1 al mondo. Rimarrà in stato di fermo fino all'espulsione
Djokovic, ricorso respinto: sarà espulso dall'Australia© EPA
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Stavolta è davvero finita. Le speranze di Novak Djokovic di giocare agli Australian Open sono ufficialmente terminate. La Corte Federale infatti ha respinto l'appello del numero uno al mondo contro l'ordine di espulsione dal Paese pendente nei suoi confronti. I tre giudici hanno confermato la decisione presa venerdì dal ministro dell'immigrazione di annullare il visto del 34enne serbo per motivi di interesse pubblico. Djokovic non potrà prendere parte al torneo e rimarrà in stato di fermo fino alla sua espulsione dal Paese. Il suo posto nel tabellone è stato preso dall'italiano Salvatore Caruso, numero 150 al mondo. 

Djokovic visto cancellato: sarà espulso

"La decisione del tribunale è che la richiesta sia respinta con le spese legali a carico del tennista", si legge nella sentenza giunta alla vigilia dell'inizio del torneo durante il quale il serbo avrebbe tentato il record del 21° titolo del Grande Slam. L'ordine prevede anche il divieto di ritorno in Australia per i prossimi tre anni. Nessun colpo di scena. E' stata confermata la motivazione con cui il ministro aveva annullato il visto del tennista serbo. Secondo le autorità australiane Djokovic, non vaccinato contro il Covid-19 "potrebbe essere controproducente per gli sforzi di vaccinazione da parte di altri in Australia".  

Djokovic: "Estremamente deluso"

Novak Djokovic ha commentato la decisione della Corte Federale attraverso un comunicato stampa. Il numero uno al mondo si è detto "estremamente deluso dalla sentenza della Corte che ha respinto la mia richiesta di riesame giudiziario della decisione del Ministro di annullare il mio visto, il che significa che non posso rimanere in Australia e partecipare agli Australian Open. Ora mi prenderò un po' di tempo per riposarmi e riprendermi, prima di fare ulteriori commenti su questo. Rispetto la sentenza della Corte e collaborerò con le autorità competenti in relazione alla mia partenza dal Paese". Djokovic prosegue:  "Sono a disagio che l'attenzione delle ultime settimane sia stata su di me e spero che ora possiamo concentrarci tutti sul gioco e sul torneo che amo - aggiunge - vorrei augurare ai giocatori, ai funzionari del torneo, allo staff, ai volontari e ai fan tutto il meglio", dice ancora. "Infine, vorrei ringraziare la mia famiglia, i miei amici, la mia squadra, i tifosi e i miei compagni serbi per il continuo supporto. Siete stati tutti una grande fonte di forza per me".

Atp: "Eventi deplorevoli. Sconfitta per il tennis"

"La decisione odierna di confermare la cancellazione del visto australiano di Novak Djokovic segna la fine di una serie di eventi profondamente deplorevoli". Il primo commento dell'Atp dopo la sentenza di espulsione di Novak Djokovic dall'Australia. Decisione che non permetterà al numero uno al mondo di disputare il torneo. "Devono essere rispettate le decisioni delle autorità giudiziarie in materia di salute pubblica. È necessario più tempo per fare il punto sui fatti e per trarre gli insegnamenti da questa situazione - viene spiegato ancora -indipendentemente da come è stato raggiunto questo punto, Novak è uno dei più grandi campioni del nostro sport e la sua assenza dagli Australian Open è una sconfitta per il gioco. Sappiamo quanto siano stati turbolenti gli ultimi giorni per Novak e quanto volesse difendere il suo titolo a Melbourne. Gli auguriamo ogni bene e non vediamo l'ora di rivederlo presto in campo". Infine l'Atp "continua a raccomandare vivamente la vaccinazione a tutti i giocatori".

Il Governo australiano: "Soddisfatti"

La decisione finale della Corte Federale ha trovato la soddisfazione del Governo autraliano. "Accolgo con favore la decisione di mantenere chiusi i nostri confini, ora è il momento di andare avanti con gli Australian Open - ha commentato il premier australiano Scott Morrison - Gli australiani hanno fatto tanti sacrifici durante questa pandemia e giustamente si aspettano che il risultato degli stessi siano protetti". Sulla stessa lunghezza d'onda il ministro dell'Immigrazione Alex Hawke: "Accolgo con favore la decisione unanime della Corte federale, che conferma la mia decisione di esercitare il mio potere di annullare il visto di Novak Djokovic nell'interesse pubblico. Le forti politiche di protezione dei confini australiani ci hanno tenuti al sicuro durante la pandemia, determinando uno dei tassi di mortalità più bassi, la più forte ripresa economica e i tassi di vaccinazione più alti al mondo. Gli australiani hanno fatto grandi sacrifici per arrivare a questo punto e il governo Morrison è fermamente impegnato nel proteggere questa posizione, come si aspetta il popolo australiano".

Il padre di Djokovic: "50 proiettili nel suo petto"

Durissimo il commento del padre del tennista, Srdjan: "Il tentativo di assassinare il miglior sportivo del mondo è finito, 50 proiettili nel petto di Novak", ha scritto sui social. Sulla stessa linea anche il presidente serbo Aleksandar Vucic: "E' stata una caccia alle streghe contro una persona e un Paese. Volevano mostrargli come funziona l'ordine mondiale e cosa possono fare contro chiunque. Non avete umiliato Novak, ma voi stessi: avete maltrattato un tennista, il numero uno al mondo, per dieci giorni per poi comunicargli una decisione di cui conoscevano il contenuto sin dall'inizio". 


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