Malagò: "Djokovic agli Internazionali? Al momento assolutamente no"

Il numero uno del Coni loda gli atleti italiani che hanno regalato diverse medaglie alla nostra Nazionale. Poi traccia un bilancio sul futuro dello sport e la situazione nel nostro Paese
Malagò: "Djokovic agli Internazionali? Al momento assolutamente no"
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"Djokovic agli Internazionali di tennis di Roma? Al momento, assolutamente no. Per un motivo molto semplice: ammesso e non concesso che uno si faccia la doccia in un camper, che mangi e dorma da solo e in situazioni di fortuna, è il messaggio che è sbagliatissimo. Mi auguro che le cose cambino presto. In questo momento però è così: io ogni giorno ricevo email e lettere di genitori imbufaliti perché i figli non hanno il greenpass e non possono fare sport. Spiegatemi perché invece un campione nella stessa condizione lo può fare". Queste le parole del numero uno del Coni Giovanni Malagò ai microfoni di Agorà, su RaiTre. "Il punto centrale - continua - è che bisognerà vedere cosa succederà da qui a maggio, e io spero che la situazione sia migliore e ci sia possibilità non solo di vedere Djokovic ma anche di tornare a fare attività sportiva"

Malagò soddisfatto del movimento azzurro

Intanto i nostri atleti continuano a conquistare medaglie: "Negli ultimi anni ne abbiamo vinto tantissime, per la precisione 283, nelle competizioni olimpiche, mondiali e continentali. Siamo secondi solo agli Stati Uniti e ciò mi riempie di orgoglio. Abbiamo giganti dietro di noi come Cina, Giappone, Germania, Francia. Delle 17 medaglie vinte a Pechino, certo, poteva arrivare qualche oro in più ma guardando il totale e non al dettaglio, ovvero al metallo delle medaglie, siamo fra i primissimi. Siamo più bravi a vincere medaglie che non a vincere ori. Si tratta di centesimi di secondo, l'infortunio di Sofia Goggia, la componente degli arbitri e dei giudici. Il bello è che il Cio non guarda più le medaglie d'oro che vinci ma se ti piazzi tra i primi otto posti e noi siamo ben messi. Queste medaglie le abbiamo vinte in otto discipline diverse, siamo eclettici, una caratteristica che nel mondo tutti ci invidiano. Siamo orgogliosi ma è anche un tallone d'Achille. Questo è un bel tema di politica sportiva".

Malagò sul futuro dello sport in Italia

"Migliorare in futuro? Difficile. Di certo, dobbiamo concentrarci sullo sport nelle scuole e sulla impiantistica sportiva. Quando c'è una vittoria di squadra come quella della coppia mista del curling o del quartetto misto dello short track è diverso. Significa che non è un successo del singolo, che è un fenomeno, ma che c'è un lavoro di squadra e noi in questo siamo molto bravi - aggiunge Malagò -". A proposito del curling commenta: "C'è sempre stata una scuola di alto livello, negli ultimi anni abbiamo fatto risultati importanti ma sarei poco onesto nel dire che ci si aspettava l'oro. E il team maschile paradossalmente aveva qualche chance in più di medaglia. È stata bravissima la federazione, e la struttura tecnica, perché c'è stata la volontà di cambiare la coppia e inserire con Amos Mosaner questa strepitosa Stefania Constantini, hanno trovato una chimica e un equilibrio straordinari". Poi continua: "Lo sport va verso una fase molto critica e delicata. Si vince se si rema tutti dalla stessa parte, se non ci sono ingerenze di chi non ha competenza. L'Italia è considerata un disastro a livello planetario per lo sport nella scuola, oltre alla parte dell'impiantistica e quella demografica. Stiamo cucinando un piatto con sempre meno ingredienti. Pagheremo un prezzo elevatissimo tra qualche anno. Mentre gli altri fanno figli, noi andiamo indietro. Abbiamo perso 5 milioni di italiani dal 1994 nella fascia che ci compete. Perdiamo possibili campioni olimpici. Purtroppo le persone preferiscono acchiappare risposte immediate piuttosto che investire per successi che raccoglierà qualcun altro e questo è poco serio".


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