Berrettini non si ferma più: vince il Queen's per il secondo anno di fila

Il tennista romano batte Krajinovic, si conferma campione sull'erba londinese e si aggiudica il secondo torneo consecutivo dopo il successo ottenuto a Stoccarda
Berrettini non si ferma più: vince il Queen's per il secondo anno di fila© Getty Images
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LONDRA (Regno Unito) - Matteo Berrettini non si ferma più. Costretto a saltare per l'infortunio al polso i tornei di Madrid, Montecarlo, gli Internazionali d'Italia e il Roland Garros, il tennista romano ha conquistato il secondo titolo consecutivo dopo il successo ottenuto a Stoccarda la scorsa settimana, confermandosi campione sull'erba londinese del Queen's, dove si era imposto anche lo scorso anno. Niente da fare per il serbo Filip Krajinovic, sconfitto dall'azzurro numero 10 del ranking mondiale in due set con il punteggio di 7-5, 6-4.

Berrettini: "Ero al Queen's per difendere il titolo"

"Sono troppe emozioni... L'ultima cosa che mi sarei aspettato, reduce da un infortunio, era di vincere due tornei e difendere il titolo qui, in uno dei tornei più prestigiosi. Non voglio piangere, ma gran parte del merito è del mio team. Sono arrivato a Stoccarda e non mi sentivo tanto bene, non colpivo come volevo. Mi sono detto 'qui sarà dura', però alla fine ho vinto. Sono italiano, noi italiani ci lamentiamo sempre - afferma scherzando Matteo Berrettini dopo il trionfo al Queen's -. Adesso però non mi lamento. Comunque fosse andata sarebbe stato un bel ricordo. Che effetto fa vincere al Queen's due volte? Qui mi perdo sempre tra i corridoi, vedo i nomi dei campioni passati, adesso però sapere che c'è due volte il mio nome su quella parete mi rende molto contento". Infine una battuta su Wimbledon: "Non avrei potuto chiedere un inizio migliore per preparare Wimbledon. Però questo non è un torneo di preparazione a Wimbledon, questo è il Queen's ed ero qui per difendere il titolo. È uno dei tornei più prestigiosi del circuito. Poi dalla prossima settimana cambierò l'obiettivo", conclude il tennista romano.


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