Sinner, operazione rilancio: un guru per il talento azzurro

L’australiano Cahill supervisor per esaltare le doti di Jannik. Tra i suoi allievi Agassi, Hewitt e la Halep
Sinner, operazione rilancio: un guru per il talento azzurro© Getty Images
Ronald Giammò
3 min

Il rodaggio è finito e coerentemente con quanto disse a febbraio, al momento di comunicare la sua nuova collaborazione con coach Simone Vagnozzi, Jannik Sinner ha ultimato la definizione del proprio team, inserendo Darren Cahill come nuovo supervisor. L’australiano, già mentore in passato di Hewitt, di Agassi e in tempi recenti di Simona Halep, è l’ultimo innesto operato dall’altoatesino che nei giorni scorsi aveva già provveduto alla nomina di Jerome Bianchi quale fisioterapista (trascorsi con Tsitsipas, Wawrinka e Sharapova) e di Umberto Ferrara come preparatore atletico (già in team con Vagnozzi ai tempi della partnership con Marco Cecchinato).
Cahill è tecnico tra i più stimati sul circuito, ma al di là delle sue doti e dei suoi successi, a colpire è la tempistica scelta dall’altoatesino per portare a termine il cambiamento da lui stesso avviato in inverno. Nella parola crisi infatti c’è nascosta la radice “scelta”, momento risolutore che - giusto o sbagliato, lo dirà il tempo - dovrebbe risolvere il momento di difficoltà che ci si è trovati ad affrontare. Se quattro mesi fa fu il quarto perso agli Australian Open contro Tsitsipas ad innescare il processo, stavolta non appare un caso che Sinner abbia scelto le quasi tre settimane di assenza dal circuito per portare a compimento il progetto. Ritiratosi contro Rublev a fine maggio, durante gli ottavi del Roland Garros, e prossimo al ritorno in campo domani a Eastbourne, è un tempo fermo, quello dell’assenza, che Sinner ha sfruttato per tracciare provvisori bilanci da cui ripartire, realizzare fino in fondo quali e quanti siano stati i progressi fatti in virtù delle scelte operate e quali ancora gli step da compiere per colmare le lacune note e le indicazioni nuove con cui sta arricchendo il suo gioco.

Adidas

Come farà, e quale sarà la differenza che Darren Cahill apporterà al suo team resta al momento un mistero, che andrà svelandosi col passare dei giorni. Sul suo sito di consulenze, si legge che «Darren è disponibile ad assistere persone motivate a raggiungere il loro potenziale, giocatori e allenatori» e lo stesso Cahill, che fino al 2015 è stato responsabile del Player Development Program creato da Adidas, ha raccontato in un’intervista che quel progetto ha dato «ottimi risultati quando applicato a un team già esistente, che si è riusciti a indirizzare sulla strada giusta», e che l’aspetto più gratificante del suo lavoro risieda proprio nel constatare i progressi dei propri assistiti, giocatori e coach. Ripensando oggi agli sprazzi dei lavori in corso emersi nel gioco di Sinner in questa prima metà di stagione, Cahill potrebbe essere quindi il consolidatore ideale per acquisirli definitivamente.
Simona Halep, che con lui si issò fino al n.1 del ranking, confidò che tra i motivi che influirono sulla sua decisione, oltre alle qualità di coach, ha pesato anche la personalità, «il modo in cui riusciva a comprendermi, a capire il mio carattere, e per come ha provato a cambiarmi pur lasciandomi restare me stessa». A collaborazione conclusa, fu la stessa romena a definirlo «la persona più importante della mia vita, non solo agonistica, quella grazie a cui sono riuscita a vincere i miei titoli più importanti».  
A Eastbourne, Cahill sta già lavorando con il team di Sinner e siederà nel suo box. Tempo per individuare nuovi progressi non mancherà. Occorreranno pazienza e integrità fisica però per vederli sbocciare. 
 


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