L'anomalia Djokovic: vince Wimbledon ma scende in classifica

È uscito il nuovo ranking che scontenta (quasi) tutti : tra i penalizzati anche l’azzurro Berrettini
L'anomalia Djokovic: vince Wimbledon ma scende in classifica© Getty Images
Ronald Giammò
4 min
Chiusa la stagione sull'erba con il successo di Novak Djokovic a Wimbledon, ecco arrivare il lunedì che tutto il mondo del tennis aspettava con giustificata apprensione. Sette tornei (otto, contando anche l'ATP250 di Newport partito ieri) nell'arco di sei settimane, giocati con la consapevolezza che quanto ottenuto sul campo avrebbe avuto ben poco riscontro in termini di classifica e ranking.  La vicenda è nota, e riguarda la decisione presa dall'ATP lo scorso maggio di non assegnare punti ai Championships. Una presa di posizione tanto forte e unilaterale quella dell'AEC di escludere dal torneo i giocatori russi e bielorussi. L'ufficialità arrivò a maggio quando, con l’invasione russa dell’Ucraina, il governo inglese (sollecitato dal premier Boris Johnson) iniziò a fare i conti con gli eventuali scenari che avrebbero potuto paventarsi sui prati di Wimbledon in caso di vittoria di un ospite poco gradito. Nigel Huddleston, ministro dello Sport britannico, si presentò in Parlamento mosso dal "bisogno di garanzia" che i tennisti presenti in tabellone "non fossero sostenitori di Putin". Nessuna delle soluzioni generate dalla discussione si rivelò però praticabile, e quella che sembrava ottenere maggior credito - una dichiarazione di condanna del regime di Putin da parte dei tennisti a rischio esclusione - fu ritenuta troppo rischiosa per via delle ritorsioni cui avrebbe potuto dare origine. Alla fine si decise che non si poteva correre il rischio di vedere la duchessa di Cambridge, Kate Middleton, consegnare il trofeo a un ospite non gradito. 
 
Ma la Nemesi, si sa, è dea capricciosa che ama prendersi gioco delle umane sorti e decisioni. A Wimbledon si è infatti assistito al trionfo di Elena Rybakina, nata a Mosca e della Russia atleta di punta juniores, naturalizzata kazaka nel 2018. «Non ho scelto io dove nascere», ha detto tra le lacrime durante la conferenza stampa post vittoria, di fronte alle insistenti domande dei cronisti, insistenti nel volerle estorcere abiure e giudizi extra sportivi da cui lei a fatica aveva cercato di svincolarsi.  
Ben diverso l’umore di Daniil Medvedev. Numero uno del mondo per la quarta settimana consecutiva, il russo assente a Wimbledon sapeva bene che l’esito del torneo non avrebbe intaccato la sua leadership. Sconfitto in finale sia a s'Hertogenbosch che ad Halle, il russo potrà ora concentrarsi sulla discesa verso gli US Open dove vi arriverà da campione in carica.  
 
Riconfermarsi campione di Wimbledon non è invece bastato a Novak Djokovic per riprendersi il suo scettro. I 2.000 punti lui sottratti lo hanno fatto precipitare in 7ª posizione, e vista l'incertezza che al momento avvolge la sua partecipazione allo Slam newyorkese è intuibile prevedere come la discesa del serbo nel ranking sia tutt'altro che conclusa.  
Ancor più paradossale è quanto accaduto a Matteo Berrettini. Uscito dalla top 10 lo scorso 20 giugno per la prima volta dall'ottobre 2019, l'azzurro è oggi il n.15 del ranking e a nulla son valsi i due successi consecutivi da lui ottenuti a Stoccarda e al Queen's. Finalista della scorsa edizione di Wimbledon e costretto a dare forfait quest'anno dopo esser risultato positivo al Covid alla vigilia del suo esordio, Berrettini è stato il giocatore che ha speso le parole più critiche nei confronti dell'ATP e della sua decisione: «Avrebbero dovuto almeno far sapere ai giocatori cosa stava succedendo - dichiarò l'ex n.1 italiano a L'Equipe due settimane fa -. Nessuno ci ha chiamato. Quando stai per prendere una decisione del genere, con conseguenze così gravi, il minimo che puoi fare è ascoltare i giocatori, informarli in anticipo. Sarebbe dovuta andare diversamente». 
E’ andata così. E quel che è peggio, è che non è dato sapere per quanto ancora le conseguenze di quella decisione si ripercuoteranno sulle gerarchie stabilite dal campo.

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