A un mese dalla sua ultima partita, coincisa con la finale del Queen’s vinta contro Filip Krajinovic che gli valse la conferma del titolo londinese, Matteo Berrettini torna oggi in campo nell’ATP 250 di Gstaad contro il francese Richard Gasquet, suo avversario nel secondo turno.
Non fosse stato per l’infortunio occorso a suo fratello Jacopo, con cui era iscritto nel tabellone del doppio, l’attuale n.15 del mondo avrebbe avuto già modo di saggiare la terra battuta svizzera, sede del suo ennesimo rientro in campo in un 2022 per lui scandito dagli infortuni ma arricchitosi di recente di ben due trofei (Stoccarda e Queen’s). Poco male però. Perché stavolta, a differenza delle altre battute d’arresto, non ci sono verifiche o dubbi a eccitare questa sua vigilia. Contratto il Covid prima del suo match d’esordio a Wimbledon, Berrettini fu infatti costretto al ritiro dallo Slam londinese e una volta smaltite positività e delusione adesso c’è solo la curiosità legata alla condizione fisica e all’adattamento alla nuova superficie ad accompagnare il suo ritorno sul circuito.
Rincorse
Così come accaduto con i punti sottratti a Wimbledon, anche stavolta non dipenderà tutto da lui. Dopo aver faticosamente ricostruito ciò che l’operazione alla mano gli aveva tolto, Berrettini come un novello Sisifo si è ritrovato a dover rispingere il suo masso verso la vetta della montagna. Più degli infortuni, a render più faticosa l’ascesa stavolta potrebbero concorrere i risultati degli avversari diretti, ma l’attesa forzata sono momenti che già in passato Berrettini ha dimostrato di saper affrontare con il piglio giusto. Il fatto che abbia deciso di iscriversi a due tornei così ravvicinati tra loro è indizio che tradisce la fame con cui il romano vivrà le prossime due settimane. Alzatosi controvoglia da tavola un mese fa con il sapore della vittoria ancora in bocca, la speranza è di ritrovare l’appetito in questi due tornei. Per saziarlo ci sarà tempo.