Tennis, sarà la Nazionale a ricaricare Berrettini

Archiviata New York, è pronto a tuffarsi sulla Davis. Il mental coach Massari: Matteo è un uomo-squadra, sentirà la spinta dei compagni”
Tennis, sarà la Nazionale a ricaricare Berrettini© EPA
Lorenzo Ercoli
4 min

Berrettini fa bene alla Nazionale e la Nazionale farà bene a Matteo. Archiviati gli US Open con il quinto quarto di finale slam consecutivo, il romano mette nel mirino l’appuntamento di Coppa Davis a Bologna, in programma dal 13 al 18 settembre. Dopo l’ultima apparizione nella fase finale del 2019, terminata con l’eliminazione nel girone di Canada e USA, Berrettini è pronto a ritrovare la maglia azzurra dopo aver saltato per i vari infortuni gli appuntamenti del 2021 e di inizio 2022; quando la Nazionale ha staccato a Bratislava il biglietto per la fase finale. Dopo le due sconfitte consecutive di Montreal e Cincinnati, Berrettini si è ritrovato sui campi di Flushing Meadows. L’allievo di Vincenzo Santopadre, noto per il “superpotere” di alzare il proprio livello quando più conta, concedendosi raramente delle sbavature, si è mostrato più umano sul piano tennistico con percentuali altalenanti al servizio e qualche difficoltà anche con il dritto, suo marchio di fabbrica.

Esperienza

Per costruire la cavalcata newyorchese è stata decisiva l’esperienza del campione, capace di gestire situazioni e fasi della contesa riuscendo a mettere la zampata quando più contava, come insegna l’ottavo di finale vinto contro Davidovich Fokina. Al netto di qualche difficoltà, il team Berrettini riparte dunque da un’ottima base in vista dell’apparizione in azzurro e del finale di stagione, come evidenzia l’assistant coach Marco Gulisano: «Matteo sta bene fisicamente, è reduce da un quarto di finale slam e a differenza del recente passato abbiamo tempo per lavorare. Per come era iniziata la trasferta negli States, con qualche giorno di stop e le sconfitte nei primi due tornei, direi che arrivare in fondo ad uno slam è un ottimo segnale. Ruud ha giocato due set impressionanti e a livello di presenza è vero che Matteo non era al top, ma allo stesso tempo non era facile salire e nonostante ciò c’è stata partita a fine secondo e nel terzo set, che per certi versi è stato assurdo non vincere per la qualità di tennis mostrata. I quarti di finale slam non sono mai un risultato banale, specialmente in una stagione dove ti hanno operato, perché ci tengo a ricordare che aprire la mano ad un tennista è forse la cosa più pericolosa da fare. Saremo molto competitivi in vista del finale di stagione e Matteo andrà il prima possibile a Bologna per allenarsi con i compagni già ad inizio settimana. Le Finals a Torino sono un obiettivo a cui teniamo tanto, ma naturalmente in questa rincorsa Matteo non farà nulla che possa compromettere la sua salute. La programmazione sarà ponderata per giocare senza troppi stress e dolori: non si possono fare follie. Il prossimo appuntamento? Giocherà a Firenze».

Mental coach

In due settimane dove l’interruttore tecnico si è acceso e spento facendo le bizze, è stato determinante un altro punto di forza del campione azzurro: la testa. La conferma arriva direttamente da chi ne cura ogni dettaglio, Stefano Massari, suo mental coach: «Matteo ha giocato un ottimo torneo nonostante fosse reduce da due settimane difficili, quella di Montreal in particolare, quindi prendiamo diverse cose positive. Sul piano mentale è stato bravissimo contro Murray e Davidovich Fokina. Con il primo non si è scomposto dopo aver perso un terzo set dominato e ha saputo uccidere la partita; contro lo spagnolo ha gestito un match dall’andamento oscillante ed è stato bravo ad aspettare la flessione dell’avversario. Anche contro Ruud vedo degli aspetti positivi perché ha provato a non mollare nonostante la grande partenza del rivale. Non abbiamo ancora parlato, Matteo sicuramente sarà dispiaciuto, però un’analisi che faremo riguarderà lo scenario aperto di questo torneo che probabilmente tenderà a ripetersi in futuro: ci saranno nuove chance. La poca brillantezza di alcuni frangenti credo sia dovuta ai pochi match giocati e già in Davis potrebbe esprimersi meglio. D’altronde Matteo è uomo squadra e sentirà in positivo la spinta dei compagni di Nazionale», conclude Massari.


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