Federer: "Non potevo giocare per sempre"

Roger ripercorre le tappe della sua carriera inimitabile: "I problemi al ginocchio e la fatica in allenamento: scelta inevitabile. Non volevo chiudere ritrovandomi solo in campo dopo aver perso"
Federer: "Non potevo giocare per sempre"© EPA
Gabriele Marcotti
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LONDRA - Un lungo applauso, carico di gratitudine, ha concluso l’ultima conferenza stampa di Roger Federer da giocatore professionista. Domani sera - alla O2 Arena di Londra - calerà il sipario sulla sua avventura tennistica. Senza rimpianti né nostalgie. Ma solo orgoglio e incredulità, per essere andato ben oltre ogni sogno o aspettativa. E’ per questo che questo finale, che coincide con la “sua” Laver Cup, è una festosa celebrazione, senza lacrime o amarezze. "Lascio nel momento giusto, non ho dubbi sul fatto di aver preso la decisione giusta. Il vero problema, una volta deciso, è stato stabilire come dirlo pubblicamente. Ho trascorso alcune settimane di stress, ma poi tutto è venuto spontaneo".

Quando e perché ha deciso di ritirarsi?

"L’ultima volta che sono venuto a Wimbledon ho detto che sarei voluto tornare a giocare almeno un’altra volta. E lo pensavo davvero. Purtroppo, però, alcune settimane più tardi mi sono sottoposto ad una risonanza al ginocchio che non ha dato gli esiti sperati. E nel frattempo facevo sempre più fatica in allenamento, aumentando l’intensità. E’ stata una decisione inevitabile".

Ma l’annuncio è arrivato solo la settimana scorsa.

"Prima volevo godermi le vacanze, con la mia famiglia e i miei amici. Non ne ho parlato con nessuno, a parte la mia squadra, i miei genitori, Mirka. Avrei voluto giocare per sempre, ma non era possibile. Ora vorrei solo che la gente sia felice del mio addio, senza passare il tempo a ripetere: ‘mi dispiace’".

In tutti gli appuntamenti con i media di questi giorni è apparso davvero sereno.

"Sono consapevole di quello che sto facendo. Ho avuto tempo come per elaborare il lutto, senza voler esagerare. Chiudo la carriera esattamente come volevo. Non al termine di un match, magariperso, ritrovandomi al centro del campo da solo. E’ un’immagine che non mi è mai piaciuta. Qui sarò circondato da alcuni degli avversari più signifi cativi della mia carriera, sarà come una festa".

C’è qualcosa in particolare che le mancherà più di altre?

"Molte cose. Mettere la fascia tra i capelli, guardarmi allo specchio per chiedermi: 'Sei pronto a farlo di nuovo?'. Per quanto lo amassi, sono anche felice di non doverlo fare più. Era divertente, ma anche motivo di grande stress. Non mi mancheranno le lunghe attese a cui sono sottoposti i tennisti prima di un match. Ma sono certo che molte altre cose mi mancheranno, come certi incontri, cenare con gli amici o la squadra, e poter parlare di altre cose oltre al tennis".

A Londra ha giocato il suo ultimo match ufficiale, qui chiuderai la carriera: perché proprio la O2 Arena?

"Questa città è stata speciale per me, forse il posto più speciale. A Wimbledon ho vinto 8 volte, qui si giocavano le ATPFinals. Ricordo i quarti di Wimbledon dello scorso anno: è stata molto dura. Ero in difficoltà fisica. Raggiungere i quarti di fi nale è stato incredibile, l'ultimo set contro Hurkacz è stata una delle ore peggiori della mia carriera".

L’ultimo ballo, in doppio, sarà con Rafa Nadal?

"Sarebbe la cosa più bella perché è stata la mia più grande rivalità. Finché abbiamo lottato contro, siamo sempre andati molto d'accordo. Credo che sia il più bel messaggio che abbiamo dato".

Cosa pensa di lasciare al tennis?

"Al di là delle vittorie e di certi record, che comunque non ti regalano la felicità, credo che la cosa più stupefacente della mia carriera sia stata la mia longevità. E dire che agli inizi dicevano che ero incostante. Forse sarei dovuto essere più professionale nei primi anni, ma non posso davvero avere rimpianti".

Cosa c’è nel futuro di Federer?

"Dopo Londra voglio prendermi una breve vacanza e passare del tempo con la mia famiglia e i miei fi gli. L’avevo promesso a Mirka che una volta ritiratomi avrebbero potuto contare su di me per più tempo. Ma voglio anche guardare in tv alcune mie partite, e leggere tutto ciò che è stato scritto su di me, e che non ho ancora letto".

Quando la rivedremo?

"Non lo so ancora con precisione, ma tornerò. Bjorn Borg non è tornato a Wimbledon per 25 anni: una scelta personale, comprensibile, ma per me non andrà così. Non diventerò un fantasma. Il tennis mi ha dato tantissimo, e non voglio sparire. Non sono in quale ruolo, ma tornerò in questo mondo".


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