Italia, il sogno Davis continua

Da sfavorita a vincente contro gli Usa. Inizia Sonego battendo Tiafoe, poi Musetti perde con Fritz, infine con il duo Fognini-Bolelli vola in semifinale. E ora c'è il Canada
Italia, il sogno Davis continua© Getty Images
Davide Palliggiano
4 min

Sfavoriti, eppure in semifinale. Enorme, commovente Italia. E il tennis azzurro, con Filippo Volandri capitano, è tornato ad essere uno sport di squadra. Di quelle unite al di là dei pronostici e contro le difficoltà. Siamo in semifinale e mancavamo dal 2014: il sogno di bissare il successo ormai vintage del 1976 è ancora difficilissimo, ma ora è un po’ più vicino. Merito degli azzurri, del team, dell’ambiente, perché a Malaga è sembrato di giocare in casa, di essere in Italia. In tanti sono arrivati qui, altri ci vivono, alcuni andalusi si sono invece convertiti dopo la l’eliminazione della Spagna. Il resto ce l’hanno messo loro: Sonego, Musetti, Fognini, Bolelli e, perché no, Berrettini, arrivato per fare il capo ultrà dalla panchina, dare consigli, pacche sulle spalle, il tutto con il sottofondo dei tamburi, dei cori, delle maglie azzurre sparse per il Martin Carpena e di quel tricolore che ha oscurato la bandiera a stelle e strisce nel giorno del loro Ringraziamento.  

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Filo d'orgoglio

Più squadra gli azzurri, nonostante le assenze di quelli che sulla carta sono i due singolaristi più forti, Sinner e appunto Berrettini. Ma siamo andati avanti coi ‘gregari’ e ciò ha reso la vittoria sugli Stati Uniti ancor più bella. «Sono orgoglioso dei miei ragazzi - ha ammesso Filippo Volandri, capitano quasi commosso -. È un successo che abbiamo costruito nel tempo. Dopo aver vinto il girone di Bologna non mi aspettavo fossimo così avanti nel percorso». Volandri batte le mani sul petto, se li è coccolati tutti: «Le loro prestazioni sono state pazzesche. Sonego aveva un’energia incredibile, Musetti ha giocato bene contro un tennista che era in gran forma. La presenza di Berrettini ci ha aiutato tanto, Matteo ci ha dato carica e anche qualche spunto dalla panchina per il doppio». Tanto da ricevere i complimenti di capitan Fish, sorpreso in positivo dalla presenza a Malaga del romano nonostante l'infortunio: «Ha ragione, siamo stati più squadra. È merito della disponibilità di tutti». La mattinata è in i ziata con la straordinaria vittoria di Sonego su Tiafoe, criticato ancor prima di cominciare per aver indossato le cuffie durante l’inno statunitense. È proseguita con il ko di Musetti, quello che era il nostro tennista più in forma, contro il numero 9 del mondo, Fritz. Poi, il doppio dei ‘vecchietti’ Fognini e Bolelli ha fatto il suo battendo in due set Sock e Paul.  

Vecchietti infiniti

Insieme, i nostri due azzurri fanno 72 anni, ma guai a darli per finiti. «Sull’1-1, in questo formato di Davis, c’è bisogno di una coppia e non di un doppio. E i nostri sono stati decisamente più coppia rispetto agli americani». Il punto è arrivato grazie ai reduci di Ginevra, quelli che giocarono l’ultima semifinale di Davis, perdendo, contro la Svizzera di Federer e Wawrinka 3-2. Dal 2014 al 2022, è passata una vita. «Siamo come fratelli - ha detto Fognini di Bolelli -. Ora il doppio conta tantissimo con la nuova formula, praticamente il 50% della sfida. L’appoggio dei tanti italiani qui a Malaga è stato fondamentale e anche gli spagnoli hanno tifato per noi». Il suo compagno, il più grande del gruppo azzurro con i suoi 37 anni, ha fatto il punto decisivo: «Un bel regalo, una grande emozione. Non eravamo sulla carta i favoriti, ma abbiamo fatto di tutto per prenderci la vittoria. In semifinale, adesso, può succedere di tutto. So che non giocherò ancora molti anni, ma finché ce ne sarà bisogno, io per l'Italia ci sarò». Quella di domani, a partire dalle 13, sarà la 18ª semifinale per l’Italia. Ma in bacheca, di Davis, ce n’è sempre e solo una, quella del 1976. 


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