Adesso Alcaraz rischia lo scettro

Lo stop può costargli il numero 1: Nadal, Ruud, Tsitsipas e Djokovic in agguato
Adesso Alcaraz rischia lo scettro© EPA
Ronald Giammò
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Passano gli anni, ma la riflessione condivisa nel tempo dagli ex n.1 della storia dell’Atp resta più attuale che mai: la fatica spesa per conquistare la vetta è ben poca cosa rispetto a quella necessaria per mantenerla. Se ne sta rendendo conto anche Carlos Alcaraz, ultimo nonché attuale detentore dell’ambita posizione, la cui ultima partita ufficiale risale al lontano 4 novembre (sconfitta contro Rune nel Masters1000 di Parigi; ndr) e che inizierà questa stagione così come aveva chiuso quella appena trascorsa: da infortunato.  

In autunno era stata una lesione agli addominali a costringere il murciano ad alzare bandiera bianca, questa volta invece l’infortunio riguarda il muscolo semimembranoso della gamba destra. «Un movimento casuale e innaturale nel corso di un allenamento», ha scritto Carlitos sui suoi profili social venerdì sera, non specificando i tempi di recupero ma già intuendo le conseguenze cui questo inatteso stop lo avrebbero esposto.  

La prima, e più scontata, è l’assenza dagli Australian Open al via il 16 gennaio, il primo Slam che avrebbe affrontato con i galloni di nuovo leader del circuito. A Melbourne Alcaraz avrebbe dovuto difendere i 90 punti del terzo turno conquistato un anno fa (sconfitto poi da Berrettini in cinque set; ndr) che, ed ecco la seconda conseguenza, una volta perduti assottiglieranno la distanza tra lui e una concorrenza che proverà subito a usurparne il trono. Nadal, testa di serie n.1 e campione in carica, Ruud, Tsitsipas e Djokovic, impegnato questa mattina nella finale di Adelaide, potrebbero tutti salutare Melbourne da nuovi leader del ranking. 

Ma le conseguenze non finiscono qui. Il ritorno di Alcaraz dovrebbe infatti coincidere con Rio de Janeiro (20 febbraio), ATP500 da lui vinto l’anno scorso. Quasi un altro mese di assenza che presenterà ai suoi avversari altre occasioni per accorciare le distanze. «Avevo faticato molto per arrivare al top in Australia», si rammaricava l’altro ieri lo spagnolo via social. Ben poca, avrà infine compreso, rispetto a quella che lo attende nei mesi che ha davanti. 


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