Pescosolido: “Sinner è più maturo e meno prevedibile”

L’ex azzurro analizza il momento felice del giovane altoatesino che in due settimane ha raggiunto altrettante finali, vincendo il titolo a Montpellier e perdendo in finale a Rotterdam
Pescosolido: “Sinner è più maturo e meno prevedibile”© Getty Images
Lorenzo Ercoli
4 min

«Le partite contro Medvedev, Djokovic e Tsitsipas sono quelle che ti fanno crescere. Sono pochi i tennisti che ti obbligano a giocare per più di due ore senza cali: questo fa la differenza là in alto». Stefano Pescosolido non ha dubbi, elogia Sinner e individua il prossimo step. L’ex numero 42 del mondo vanta due titoli ATP in bacheca e sa bene quali sfide deve affrontare un enfant prodige del tennis azzurro. L’altoatesino va ben oltre e non sono un mistero le aspettative che lui in primis ha di se stesso. Le settimane di Montpellier e Rotterdam hanno permesso all’allievo di Vagnozzi di riprendere quota nel ranking mondiale (n.12 ATP) e di fare punti pesanti per la Race. Adesso per i titoli importanti è negli scontri diretti che va fatto il salto di qualità.

Come le è sembrata la prestazione di Sinner nella finale con Medvedev?
«Jannik ha giocato un’ottima finale. Nel primo set è stato ordinato tatticamente, poi negli altri due Medvedev è cresciuto molto, ma lui al netto del risultato non è scomparso dal match. Daniil non giocava così bene da tanto tempo e per battere questo tipo di giocatori il servizio deve funzionare meglio; anche se capisco non sia facile tenere alta l’intensità sopra le due ore, ma a questo servono le partite contro i migliori. Domenica abbiamo visto come la qualità di un Medvedev ti porta a pensare su ogni scambio e ti consuma mentalmente».

Ha menzionato il servizio, ma le chiedo in generale nel medio periodo dove Jannik potrà crescere.
«Quando dico che deve funzionare meglio non mi riferisco al numero di ace, ma alla costanza. Nell’ultimo periodo da questo colpo ha iniziato ad ottenere sempre di più, ma ci sono ancora momenti del match in cui non trova più la prima. Per tornare sempre alla finale di Rotterdam, Medvedev nel terzo set è addirittura migliorato con i numeri in battuta. Contro i migliori sono questi dettagli a fare la differenza. Sinner tatticamente è maturato ed è più imprevedibile. La palla corta è un’ottima aggiunta e farà la differenza soprattutto sulla terra, dove si usa un po’ di più. Il numero maggiore di discese a rete è una logica conseguenza della pressione che mette da fondo campo e questo gli consente di togliere pressione ai colpi a rimbalzo. Il percorso intrapreso sta toccando i tasti giusti».

Ogni anno che passa ci si aspetta qualcosa in più. Lui come sta gestendo le pressioni?
«Jannik ha ventun’anni, ma mentalmente lo vedo pronto. Nei momenti importanti sale e sa gestire tante situazioni. In alcuni momenti la pressione può emergere, ma un giocatore vive anche di questo. Il suo lavoro non sarà influenzato dalle aspettative che si fa la gente su di lui».

In due mesi Sinner ha risalito la classifica. Quanto è importante arrivare al punto di evitare i migliori prima dei quarti?
«Naturalmente è un grande vantaggio, ma indipendentemente da questo il ranking è la logica conseguenza di ciò che fai vedere in campo. Sinner sta raccogliendo i premi per la sua crescita e le posizioni recuperate rispecchiano il suo percorso tecnico. Poi contro i migliori ci devi giocare sempre e lì a volte sono più le condizioni di gioco che il turno a fare la differenza».

Adesso è quinto nella Race per le ATP Finals con 775 punti. Troppo presto per sognare?
«La situazione è molto buona considerando che ancora non si è giocato neanche un Masters 1000. Le qualificazioni di Djokovic, Medvedev, Tsitsipas e Alcaraz le do per scontate, salvo eventuali infortuni, poi ci sono dei giocatori leggermente sotto che dovranno conquistarsela e Jannik lo vedo qui insieme a Fritz, Ruud e altri. Il numero di punti raccolto è già buono, ma la qualificazione è tutta da conquistare. Anche per Sinner c’è l’incognita infortuni, ma in queste due settimane l’ho visto bene: Torino è un obiettivo realistico».


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