Berrettini, altro flop: "Penso al 2019"

Matteo subito fuori con il giapponese Daniel: "Una delle mie migliori stagioni cominciò proprio così. Verso Miami senza l’angoscia di vincere una partita"
Berrettini, altro flop: "Penso al 2019"© EPA
Ronald Giammò
4 min
Sognava la California, Matteo Berrettini, ma il Masters1000 di Indian Wells per l’azzurro si conferma tappa sfortunata. Incappato l’anno scorso in un infortunio che lo costrinse a saltare tutta la stagione sulla terra battuta, ieri notte la corsa si è arrestata al secondo turno, battuto in tre set dal giapponese Taro. Il match si annunciava insidioso, le poche partite giocate dopo l’Australia e lo spavento preso ad Acapulco, erano il bagaglio che Berrettini a Indian Wells sperava di alleggerire puntando a "mettere quante più partite possibili nelle gambe" e con loro una continuità mai trovata in questa prima parte di 2023. Già dal primo game invece, durato quattordici punti, il n.23 del mondo ha dovuto fare i conti con condizioni a lui avverse e una familiarità con gli errori (a fine partita se ne conteranno 50!) che Taro ha impiegato poco a interpretare. Il primo set si è concluso al tiebreak dove Berrettini ha continuato a non lesinare generosità nei confronti del rivale regalandogli ben quattro dei sette punti.

Berrettini, che rammarico

"Se non mi invento quei due tre numeri al tiebreak probabilmente la porto a casa in due set", ha poi dichiarato in conferenza l’azzurro. E a ragione. Perché il secondo set è stato un vero e proprio monologo. Nonostante un servizio precario come poche altre volte - meno del 40% di prime palle in campo bilanciate però dal 100% di punti ricavati - Berrettini, se non la precisione, era sembrato ritrovare misura, efficacia, lucidità e potenza non lasciando al giapponese nemmeno un game prolungando così un match la cui inerzia sembrava ormai pendere tutta dalla sua parte. "Mi aspettavo nel terzo di iniziare con un’energia un po’ diversa e non sono stato bravo abbastanza a stargli attaccato - ha poi riflettuto davanti a microfoni il romano - Ho provato a lottare con quello che avevo ma non è bastato. Posso dire che fino all’ultimo punto sono stato attaccato". Magra consolazione, grande il rammarico. Specialmente per gli errori che anche nel parziale decisivo hanno sporcato la sua prestazione, finendo col trasformare una partita in un orizzonte verso cui Berrettini andava puntando e che Taro ha continuato a spostargli un po’ più in là.

Rotta su Miami

Tuttavia, indizi d’ottimismo sembrano comunque emergere da questa prima tappa del Double Sunshine. "Sicuramente non ho perso per problemi fisici", ha tenuto a precisare Berrettini a caldo. La preparazione svolta dopo l’Australia non si è certo dissolta a causa dell’imprevisto accusato ad Acapulco, ma rimettere in moto una macchina è cosa ben diversa dal rilanciarla poi su un circuito. Specie se di grande cilindrata come quella sostenuta dal fisico dell’azzurro. Adesso rotta su Miami, "senza farsi prendere dall’angoscia e dalla fretta con l’obiettivo di vincere una partita" e un occhio rivolto alla memoria: "Sappiamo che una delle mie migliori stagioni, il 2019, è iniziata proprio così", ha ancora ricordato Berrettini davanti ai microfoni. Iniziata la stagione da n.60 del mondo ed eliminato al primo turno sia in California che in Florida, la sua stagione da lì in poi fu un crescendo che da Budapest a Monaco, passando per Stoccarda, Wimbledon e New York, culminò con le ATP Finals e lo status da top10. 


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