Alcaraz, l’anti-Djokovic

Il duello nel dettaglio: uno ha il colpo naturale nel dritto, l’altro nel rovescio; in risposta si equivalgono; la testa punto di forza per entrambi
Alcaraz, l’anti-Djokovic© EPA
Alessandro Nizegorodcew
4 min

Carlos Alcaraz, Novak Djokovic e un regno condiviso. Una corona per lo spagnolo, che dopo il successo a Indian Wells è tornato numero 1 del mondo - proprio nel giorno in cui Nadal esce dalla top ten dopo 18 anni di fila - e uno scettro per Nole, che si attesta alla seconda piazza del ranking solamente per il computer, non potendo conteggiare i punti conquistati a Wimbledon 2022 (e giocando un numero limitato di tornei a causa delle restrizioni, negli Stati Uniti, per i non vaccinati al Covid-19). L’unico a insinuarsi nel dominio serbo-iberico è Daniil Medvedev, mentre tutti gli altri paiono un gradino sotto. Un mostro di precocità da un lato, un campione assoluto dall’altro. L’unico precedente si è disputato nella semifinale del Masters1000 di Madrid della passata stagione: a imporsi fu Alcaraz per 6-7 7-5 7-6 in 3 ore e 35 minuti. Vi è grande attesa per le prossime sfide, anche perché nei big tournaments conquistati dallo spagnolo, tranne Madrid, Djokovic non è mai stato presente in tabellone.

Servizio

Djokovic non ha sempre avuto un buon rapporto con questo fondamentale. Nel 2009 decise di affidarsi all’ex Top5 Todd Martin, che affiancò per alcuni mesi coach Vajda per cambiare e migliorare la battuta del serbo. La scelta fu controproducente e dopo mesi da incubo Djokovic tornò al vecchio movimento. Negli anni ha affinato la tecnica e la solidità del colpo, mai devastante ma quasi sempre inattaccabile. Alcaraz, che ha ancora buoni margini sul fondamentale, impressiona per la facilità con cui riesce a tenere alta la percentuale di prime in campo nei momenti importanti (oltre il 75% contro Sinner e Medvedev a Indian Wells).

Risposta

In carriera Djokovic ha ottenuto il 32% dei game giocati in risposta (in pratica ogni tre game di risposta realizza un break). Alcaraz, che dalla parte del rovescio ogni tanto regala qualcosa, ha dati molti simili.

Rovescio

È il colpo naturale di Djokovic, che sin da bambino lo ha portato sotto la luce dei rifl ettori. Probabilmente il miglior rovescio bimane di sempre. Alcaraz alterna grandi soluzioni a qualche errore più banale, soprattutto in risposta. Un colpo che durante i match va ancora un po’ ad alti (in aumento) e bassi (in diminuzione).

Dritto

È il colpo di Carlitos. Lo spagnolo può tirare un vincente di dritto da qualsiasi zona del campo, anche se si trova a 5 metri dalla linea di fondo. Semplicemente straripante. D’altra parte è il fondamentale più costruito del serbo, che ha migliorato il proprio dritto anno dopo anno sino a renderlo effi cace in ogni situazione tattica, che sia difensiva ed offensiva.

Gioco di volo

Alcaraz sa eseguire il ‘serve and volley’ e a rete dimostra dimestichezza e talento (come nella smorzata). Djokovic, negli anni, ha saputo migliorare la volée in maniera esponenziale, mentre nello smash è spesso titubante e impreciso.

Fisico

Il serbo è noto per svolgere, sin da giovanissimo, circa un’ora e mezza di stretching giornaliero. Dal 2015 ha adottato una dieta vegana e dal punto di vista atletico è ai limiti della perfezione. Le storiche sfide, molto complesse nei primi anni, a Nadal e Federer lo hanno costretto a diventare una sorta di indistruttibile uomo di gomma. Gli infortuni seri, in carriera, sono stati pochissimi: quasi 36 anni e non sentirli. A 18 anni Alcaraz era già un atleta maturo e pronto. Qualche problema fisico di troppo è giunto tra 2022 e inizio 2023, ma la sensazione è che, come il primo Nadal, non riesca a contenere esuberanza e generosità. Negli anni saprà gestirsi sempre meglio.

Testa

Il grande punto di forza di entrambi. La capacità di giocare al meglio i punti importanti (il numero di set point e match point annullati in carriera è fuori dal comune), con coraggio e razionalità, è dote rarissima nel tennis. Il rifiuto della sconfi tta è invece un’arte condivisa e in Djokovic si riassume nell’83,5% di vittorie in carriera nel circuito ATP. Il migliore in assoluto nell’era Open (dal 1968 a oggi).


© RIPRODUZIONE RISERVATA