«Carlos Alcaraz batterà tutti i record nei tornei dello Slam, vincerà più di Nadal, Djokovic e Federer». Questa frase, declinata in maniera più o meno ottimistica, è diventata un tormentone del circus tennistico dopo ogni successo del fenomeno (perché di questo si tratta) spagnolo. Spesso però si viene condizionati troppo dal presente e, per la fretta di prevedere il futuro, si finisce per esagerare nelle valutazioni. Alcaraz vincerà tanto? È pressoché certo. Dominerà incontrastato per 3-4 lustri? Non è affatto detto, anche se la doppia cifra di titoli Slam non è nemmeno quotata. Alcuni avversari hanno già dimostrato di potergli tenere testa, a partire da Jannik Sinner, mentre altri potrebbero apparire nel circuito in futuro.
Corsi e ricorsi
Nel 2007, quando Roger Federer era l’indiscusso numero 1 al mondo e già vincitore a 26 anni di ben 11 titoli Slam, si parlava frequentemente di quanto lo svizzero avrebbe ancora dominato il circuito. «Vincerà almeno 30 Slam», si diceva. Nadal, in quel momento già plurivincitore al Roland Garros, non sembrava poter impensierire Federer sulle altre superfici, mentre Djokovic avrebbe conquistato il suo primo Major in Australia nell’anno successivo. D’un tratto si passò dal dominio incontrastato all’epoca dei Fab 3 (o Fab 4, includendo anche Murray) e la musica cambiò. Se anche si pensasse, oggi, che Carlos Alcaraz sia nettamente superiore ai suoi attuali avversari, bisognerebbe attendere le prossime generazioni per avere la certezza di un indiscusso e duraturo regno iberico.
Età
L’età gioca a favore dello spagnolo, ma va considerato che i suoi futuri antagonisti potrebbero essere oggi all’asilo o addirittura non ancora nati. Non è un caso che sino all’avvento di Alcaraz si pensava ad un’epoca in cui i vincitori Slam si sarebbero alternati dal giorno alla notte come nel circuito femminile. Nel tennis il vento cambia in fretta e potrebbe variare, nuovamente, nei prossimi anni.
I big
Novak Djokovic non ha alcuna intenzione di abdicare e, nonostante i 36 anni da compiere a maggio, è in una forma psico-fisica eccellente. La scelta di non vaccinarsi, e il conseguente divieto a partecipare a determinati tornei (come Indian Wells e Miami), ha negato al grande pubblico di assistere alle sfide tra Alcaraz e il serbo (tranne quella di Madrid 2022, vinta dopo oltre tre di battaglia dallo spagnolo). Nole è ancora il pericolo numero uno, e l’impressione è che possa esserlo per altre 2/3 stagioni. Nadal è un punto interrogativo, ma la miglior versione di Medvedev, Zverev (che lo ha battuto al Roland Garros 2022 prima di disintegrarsi la caviglia), Auger-Aliassime, Rune e Sinner può rappresentare, chi su una superficie e chi su un’altra, un grande pericolo.
Azzurri
Jannik Sinner è tra i giovani il tennista che più di tutti può e potrà mettere in difficoltà Alcaraz. Nelle ultime quattro sfide il bilancio è di 2-2, con l’azzurro che ha però avuto match point e set point non sfruttati, tra New York e Indian Wells. Alcaraz non riesce mai a dominare Sinner come accade con altri avversari d’alto livello. La sensazione è che Jannik abbia maggiori margini di miglioramento sia a livello tecnico che, soprattutto, fisico. Lorenzo Musetti ha già dimostrato nella finale dell’ATP di Amburgo 2022 di poter sconfiggere Alcaraz con una prestazione tecnicamente impeccabile e correndo molto. Anche Berrettini, in grande giornata con servizio e dritto, può tentare l’impresa.
Margini
Dal punto di vista fisico Alcaraz è già formato: esplosivo, potente, reattivo. Un mix perfetto tra Nadal e Djokovic. Tecnicamente è molto completo, anche se sul rovescio, soprattutto in risposta, i margini sono considerevoli. Mentalmente appare inscalfibile e impenetrabile, ma nessuno è insensibile allo ‘“sport del diavolo” e alle sue dinamiche psicologiche. Alcaraz è un giocatore eccezionale e diventerà un campione assoluto e indimenticabile di questo sport, ma è molto presto per definirlo un dominatore.