Il nuovo Sinner travolge Rublev

Partita senza storia, con l’azzurro che batte in due set il numero 7 del mondo e vola nei quarti al Masters 1000 di Miami grazie a un gioco in continua evoluzione. E ora c'è Ruusuvuori
Il nuovo Sinner travolge Rublev© EPA
Ronald Giammò
4 min

Pezzo dopo pezzo, il puzzle che Jannik Sinner ha iniziato a costruire nei primi tre mesi del 2023 comincia a restituire l’immagine di un giocatore molto diverso dalle vaghe idee di prospetto con cui se ne provava a intuire la crescita appena tre anni fa. La vittoria ottenuta ieri a Miami contro Andrey Rublev (6-2 6-4), con cui il numero uno italiano si è qualificato ai quarti del secondo Masters 1000 della stagione - la dodicesima in 35 incontri giocati contro i Top 10 - altro non è stato che un ulteriore tassello - il 19.esimo su 23 partite giocate quest’anno - sulla strada di un percorso che oggi lo stesso Sinner sente ancora incompleto e alla cui realizzazione mancano ancora «due o tre anni» per dirsi completata. Che sia stato ancora Rublev, n.7 del mondo, a doverne scontare le conseguenze è coincidenza che, al pari della località, quella Miami dove due anni fa l’azzurro centrò la sua prima finale in un Masters 1000, aggiunge suggestione al successo, confermandone al tempo stesso i progressi. Se prima del match di ieri il bilancio tra i due era infatti in perfetta parità (2-2), lo si deve solo ai due ritiri con cui il russo era riuscito a bilanciare le due sconfitte patite a Barcellona nel 2021 e a Montecarlo l’anno successivo: due vittorie tirate per l’azzurro, una chiusa con un tie-break, l’altra al terzo set.

Senso unico

Ieri invece non c’è stata proprio partita. Se le due vittore ottenute contro Djere e Dimitrov erano arrivate senza troppi patemi, pur non esibendo un Sinner impeccabile, quella di ieri era la partita in cui era davvero necessario alzare il proprio livello. E così è stato. Una lezione risoltasi in appena 70 minuti, sostenuta da un servizio sempre più robusto, impreziosita da variazioni e colpi che alla lunga hanno finito con lo sfibrare l’emotivo russo, sempre più impreciso e frustrato, a cui Sinner ieri non ha concesso nemmeno una palla break. «Andrey non è mai un avversario facile perché tira forte e spinge su ogni colpo - ha dichiarato Sinner a fine match - ma oggi il mio livello di gioco è stato ottimo: ho servito bene, anche rispetto alle altre partite». Più che bene, visto anche il 67% di punti sulla seconda di servizio. Ma è una vittoria costruita anche “altrove” quella colta dall’altoatesino, giunto al terzo quarto di finale consecutivo in Florida: «Stavolta ho cambiato un po’ la tattica “bomba contro bomba”. Ho cercato di essere più aggressivo di lui, ci sono riuscito e sono molto soddisfatto». Sarà che Rublev è avversario che ben si presta a questo tipo di strategia, ma l’averlo sfidato a viso aperto, salvo poi continuare a pungerlo con le palle corte e minacciarlo di continuo alla risposta, dice molto della confidenza ormai raggiunta dall’allievo di Simone Vagnozzi e Darren Cahill quando è chiamato a recitare un copione diverso dall’unico spartito a cui sembrava intestato il suo tennis fino a poco tempo fa. La testa, la facilità nel colpo, la freddezza così come la capacità di restare in partita fino alla fine, sono sempre le stesse. Qualità che oggi, irrobustite da qualche muscolo in più e arricchite da colpi a lui prima sconosciuti, hanno trovato ulteriore concretezza, trasformando il suo gioco in una rete capace di stringersi sempre più intorno al suo avversario, finendo con l’incrinarne certezze e velleità di rimonta.

Finlandese

«Oggi è stato il mio miglior match a Miami - ha riflettuto poi Sinner di fronte alla stampa locale - Non c’era vento ed è stato bello giocare. C’è molto allenamento dietro a questi risultati, ci sono giorni in cui ti senti bene altri meno, devi accettarlo, bisogna saper cambiare e adattarsi». Continuare a costruire il proprio puzzle senza sottovalutarne alcun tassello. Il prossimo si chiama Emil Ruusuvuori, finlandese, n.54 del mondo, da cui passa l’approdo in semifinale. Che appartenga a una categoria di avversari contro cui Sinner ha un bilancio pressoché immacolato è dettaglio da non sottovalutare. Non tanto per il record, quanto per il diavolo, regista occulto di questo sport, che proprio nei dettagli ama rovesciarne i destini dei suoi interpreti.


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