Jannik Sinner festeggia il suo best ranking nella classifica Atp (l'ottava posizione) preparando l'esordio al torneo Atp di Montecarlo. "Qui i tanti tifosi italiani creano un’atmosfera molto positiva. Vivere insieme le emozioni mi è sempre piaciuto", ha dichiarato il tennista azzurro, la cui popolarità sta crescendo giorno dopo giorno. "Competere con la popolarità del pallone, da noi, è una missione impossibile. È lo sport nazionale: neanche mi ci metto. Però grazie a questa generazione di azzurri, io, Berrettini, Musetti e gli altri, il tennis si sta facendo largo. Sento che siamo più presenti, c’è più tifo ma anche più aspettative. E mi sta bene", ha confermato al Corriere della Sera.
Sinner e il rapporto con il padre
Sinner ha ormai metabolizzato il cambio negli allenamenti. Da un anno abbondante si affida al nuovo team bi-coach, Vagnozzi e Cahill. "In campo mi sento più tranquillo, abbiamo trovato il giusto equilibrio in un gruppo di lavoro che non ha un capo, siamo tutti alla pari. C’è un problema? Lo si affronta insieme. Se sulla tecnica forse c’è da lavorare, sulla tattica mi sento migliorato. Giocare tutti i giorni a carte, a una strana Scala 40 dove devi scendere a 51 punti o a burraco, aiuta. Io di tennis parlerei per giorni interi ma ogni tanto è necessario staccare". La novità riguarda la presenza del padre Hanpster, entrato nel suo team come cuoco. "È rimasto 40 anni in cucina, venti al rifugio Talschlusshütte, in Val Fiscalina. Ha iniziato a girare con me dagli Usa. A lui piace: cucinare è la sua vita. E io mi sento felice: sono andato via di casa a 14 anni, abbiamo passato troppo poco tempo insieme. Così proviamo a recuperare".