Allarme Sinner, cosa c’è dietro il forfait a Barcellona

In vista di Madrid e degli Internazionali di Roma il tennista azzurro pianifica una strategia per evitare nuovi infortuni
Allarme Sinner, cosa c’è dietro il forfait a Barcellona© EPA
Ronald Giammò
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ROMA - Una vaga "sickness" che anziché un malessere suona più come calcolata programmazione in vista delle future fatiche che l'attendono. Nessun derby quindi, nessuna rivincita. A poche ore dal confronto contro Lorenzo Musetti, a Barcellona è arrivato l'improvviso forfait di Jannik Sinner. «E' triste dovermi ritirare dal mio match odierno - si legge in un posto di ieri sull'account Instagram dell'altoatesino - era da qualche giorno che non mi sentivo bene e oggi (ieri, ndc) il malessere è peggiorato impedendomi di giocare. Mi prenderò un po' di tempo per riposarmi così da farmi trovare pronto per i miei prossimi incontri. Grazie a tutti per il sostegno e in bocca al lupo a Lorenzo per il prosieguo del torneo».

Un segno premonitore

Quello contro Taro Daniel, avversario dal ranking inferiore superato due giorni prima solo a fatica dal numero uno azzurro, dev'esser suonato come una sirena a indicarne l’imminente riserva cui sarebbero giunte le sue energie. Reduce da sette partite giocate negli ultimi nove giorni, Sinner dopo Montecarlo si è presentato a Barcellona prima in doppio e poi in singolare ricavandone novanta punti preziosi con i quali consolidare il suo 8° posto nel ranking. Bene così, inutile rischiare di più. Anche perché dopo la tappa catalana, l'azzurro dovrà affrontare un trittico di tornei che, partendo da Madrid lunedì, lo porterà poi a Roma, dove quest'anno gli Internazionali vivranno la loro prima edizione "upgraded" e allargata, e infine a Parigi per il secondo Grand Slam della stagione. Sono già 32 le partite disputate dal ventunenne italiano nel 2023. Tra i top10 solo Daniil Medvedev (35) ne ha giocate di più, lui che annunciò la sua assenza da Barcellona all'indomani del quarto di finale perso a Miami contro Holger Rune. Terzo nella Race per Torino, al momento sono gli altri a dover inseguire Sinner. Più robusto, atleticamente più disinvolto e dimostratosi capace di recuperare in breve tempo dalle fatiche del giorno prima, l’allievo di Simone Vagnozzi sembra essersi lasciato alle spalle tutti quegli scricchiolii che lo scorso anno ne avevano condizionato le prestazioni costringendolo a numerose battute d’arresto. A questo va ad aggiungersi un gioco arricchitosi strada facendo e utilizzato con sempre maggior consapevolezza anche quando opposto a rivali d’alta classifica. A Madrid si giocherà in altura, Roma sarà tappa dal significato speciale e Parigi porterà con sé ricordi agrodolci per un ottavo di finale abbandonato al terzo set contro Rublev per un problema al ginocchio. «Sono disposto a fermarmi per investire sul fisico», disse un anno fa uno sconsolato Sinner. Scelta che allora si rivelò azzeccata. Ribadirla vuol dire aver appreso la lezione.


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