Mosè Navarra lancia gli italiani: "Sinner-Musetti: è un Wimbledon da big"

Il tecnico federale ed ex tennista sui due azzurri: "Sull’erba Jannik ha colpi molto efficaci. Per Lorenzo la chiave è provare a essere aggressivo"
Mosè Navarra lancia gli italiani: "Sinner-Musetti: è un Wimbledon da big"
Lorenzo Ercoli
5 min

"Le critiche a Sinner non le capisco quando arrivano da chi conosce quanto questo mondo sia complicato. Lui e Musetti nei prossimi anni possono togliersi soddisfazioni a Wimbledon". La garanzia arriva da Mosè Navarra, che da giocatore sui prati si è tolto non poche gioie. Il tecnico della federazione, impegnato nel progetto over, nel 1996 lasciò il segno con il terzo turno a Wimbledon. Partito dalle qualificazioni (era n.345 ATP) al secondo round sconfisse Albert Costa. Nel suo impegno da tecnico oggi collabora con i team di Passaro e degli emergenti Ferrari ed Arnaboldi.

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Tra i fattori che determinano la crescita di un giocatore, l’evoluzione del team è diventato imprescindibile. Perché secondo lei?

"Si tratta di un percorso di crescita. Bisogna creare una situazione di lavoro dove si diventa più professionali, senza snaturare però le linee guida dei coach. La Federazione ha iniziato con Berrettini, Musetti e Sonego e adesso ha ampliato per cercare di aiutare tutti i giovani. Ai miei tempi questo non c’era e forse anche per questo abbiamo ottenuto meno risultati, mentre adesso c’è un’attenzione maggiore al potenziamento dei team".

Sono Arnaldi e Passaro le dimostrazioni più sorprendenti?

"Francesco in un anno è passato da 600 del mondo a numero 108, una cosa che nessuno si aspettava. Lo stesso vale per Arnaldi, entrato in top 100 dopo aver affrontato qualche difficoltà. Dopo rapide ascese non bisogna sorprendersi delle situazioni di consolidamento, fanno parte del percorso. Zeppieri era arrivato in top 200 prestissimo, ma poi gli è servito un periodo di apprendimento per riprendere la curva di crescita. Serve pazienza e per questo quando criticano Sinner divento matto".

Cosa le dà più fastidio?

"Jannik ha 21 anni ed è numero 8 del mondo. Delle volte le critiche a lui e Musetti arrivano da persone che conoscono questo ambiente e sanno quanto sia complicato affrontare certe pressioni, specialmente a questa età. Il fattore anagrafico poi nella crescita di un atleta è relativo, per questo la fretta è inutile".

Quanto può essere efficace su erba il tennis di Sinner e Musetti?

"Jannik ha dei colpi molto efficaci, la sua palla poco lavorata penetra bene sull’erba e lo dimostra il quarto di finale di Wimbledon 2022. Lui secondo me devo solo trovare continuità fisica. Lorenzo ha tanta mano e sull’erba conta, poi fisicamente è cresciuto. Per lui la chiave è provare ad essere più aggressivo, cercando di sfruttare il gioco in avanti. Se non quest’anno, sicuramente in futuro potranno dire la loro ai Championships. Non sappiamo se Berrettini ci sarà o no, ma posso dire che se la Coppa Davis si giocasse sull’erba saremmo competitivi".

Lei da giocatore come faceva la differenza su erba? Vinse anche il Challenger di Manchester

"Lì dipende dalle caratteristi che, io mi trovavo immediatamente a mio agio. L’anno del terzo turno a Wimbledon arrivai a Roehampton alle 12.00 e due ore dopo stavo giocando il primo turno di qualificazioni con le scarpe da terra. Ci sono situazioni dove ci si adatta immediatamente ed io con il baricentro basso mi muovevo bene, avevo la mano veloce, mi piaceva colpire la palla sotto il bacino ed usavo le rotazioni mancine".

L’esperienza da giocatore come le torna utile oggi?

"Tante cose che i ragazzi si trovano di fronte, io ed altri le abbiamo affrontate e possiamo comprendere i tanti stati d’animo che caratterizzano un giocatore. Aver giocato ti aiuta soprattutto in questi momenti perché poi allenare è un altro mestiere".

A Wimbledon chi potrà contendere il titolo a Djokovic?

"Nole è il favorito d’obbligo, la motivazione che ha per chiudere il grande slam gli dà qualcosa in più. Alcaraz a volte paga la sua esuberanza nella gestione delle energie, ma si adatta ad ogni situazione e ce lo ha fatto vedere al Queen’s. Poi non taglierei fuori Medvedev che se trova la chiave per avvicinarsi ha delle caratteristiche per incidere. Come outsider direi Fritz, pericoloso per tutti".


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