Sinner e il segreto della svolta a Wimbledon: le tre mosse che hanno cambiato tutto

Gli ex specialisti azzurri: «Riesce a muoversi meglio e ha la testa giusta. Eppoi c’è l'effetto Cahill»
Sinner e il segreto della svolta a Wimbledon: le tre mosse che hanno cambiato tutto© Getty Images
Alessandro Nizegorodcew
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Jannik Sinner sogna sui prati di Wimbledon. La prima semifinale Slam della carriera arriva sull’erba, dove un paio di anni fa l’azzurro faceva fatica letteralmente a stare in piedi. Sconfitto al primo turno di qualificazioni nel 2019, battuto all’esordio due anni dopo da Marton Fucsovics, Sinner aveva messo in fila solamente 18 match sui prati (di cui sette a Wimbledon) sino all’edizione 2023 all’All England Club. Sinner sta sfruttando la regola aurea dell’erba: più ci si gioca, meglio si gioca. L’altoatesino, già bravo a raggiungere i quarti di finale nel 2022, è diventato erbivoro. Come, quando e perché è arrivato il salto di qualità su questa superficie? Lo raccontano tre specialisti italiani, che nel recente passato hanno raccolto grandi risultati sull’erba di Wimbledon: Davide Sanguinetti (quarti di finale nel 1998), Gianluca Pozzi (ottavi nel 2000) e l’italo-belga Laurence Tieleman (terzo turno nel 1993 e clamoroso finalista al Queen’s cinque anni dopo).

La crescita di Sinner a Wimbledon

«L’aspetto in cui Sinner è cresciuto maggiormente riguarda il fisico - spiega Sanguinetti, ex n.42 ATP - Il tono muscolare è cresciuto considerevolmente e, grazie a ciò, riesce a coprire il campo in maniera eccellente, giocando a velocità elevata sempre più a lungo. Anche il servizio è migliorato, ma in futuro potrà far ancor più male con questo fondamentale. Forse dovrebbe essere ancora più aggressivo accorciando gli scambi». Sanguinetti, che sull’erba in carriera vanta 23 vittorie nel circuito, si è soffermato sull’aspetto mentale. «La testa di Jannik è sempre straordinaria. Da questo punto di vista è un super campione e lo sta dimostrando».

"Sinner ha cambiato il modo di muoversi in campo"

«La differenza con il recente passato, per Jannik, è legata alla capacità di muoversi in maniera sempre migliore sull’erba». Gianluca Pozzi, che in carriera ha battuto ben quattro Top10 sul verde (Agassi, Medvedev, Rios e Safin), non ha dubbi nell’individuare i motivi del salto di qualità erbivoro di Sinner. «Muoversi bene non è fondamentale solo per chi va a rete, ma anche per i giocatori che basano il proprio stile di gioco sui colpi da fondo campo. Ha maggiore equilibrio, si muove velocemente ed è molto bravo ad accorciare la preparazione dei colpi per un timing migliore. I suoi, non particolarmente arrotati, si adattano molto bene all’erba». Tecnicamente l’ex n.40 ATP ha notato un servizio più incisivo, soprattutto negli ultimi dodici mesi. «Dovrebbe concretizzare ancor di più con alcune discese a rete e variare un di più la direzione dei colpi, ma parliamo di piccoli particolari. Deve curare l’imprevedibilità». È la forza mentale, però, secondo Pozzi, ad aver spiccato in questa edizione di Wimbledon. "Jannik è stato bravissimo a resettare dopo due tornei di preparazione giocati non bene (s’Hertogensbosch e Halle; ndr), ma è stato l’atteggiamento a Londra, con un tabellone favorevole, a colpire: approfittare dell’occasione non è da tutti, è da grandi giocatori”.


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