"Ricevo minacce di morte": Trungelliti denuncia e ringrazia Djokovic

L'argentino ha parlato di partite truccate nel circuito e pagato un duro prezzo, con il serbo che si è però schierato dalla sua parte: tutti i dettagli
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BUENOS AIRES (ARGENTINA) - "Ricevo minacce di morte per me e la mia famiglia ogni giorno, recentemente hanno hackerato i miei social media. Questo sistema è un disastro, sono deluso da uno sport dove tutti noi fuori dalla Top 100 veniamo trattati malissimo". A parlare è il tennista Marco Trungelliti, che in un'intervita a 'La Nacion' ha raccontato il duro prezzo pagato per aver deciso di denunciare l'esitenza di partite truccate nel circuito.

Djokovic dalla parte di Trungelliti

"Pensavo che il mondo fosse preparato a tutto questo ma sono stato vittima di bullismo e ho vissuto tante situazioni difficili", ha spiegato il 33enne argentino n.236 del ranking Atp. Uno sfogo che non ha lasciato indifferente Novak Djokovic, pronto a schierarsi al suo fianco: "Mi dispiace per tutto quello che ha vissuto - ha detto il serbo numero uno del mondo -, non meritava un trattamento simile perché ha mostrato coraggio nel proteggere l’integrità di questo sport".

L'argentino ringrazia Nole

Djokovic poi dice la sua sulla disparità di trattamento tra i big e gli altri tennisti: "Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che ci sono giocatori presenti in top 180 che alla fine dell’anno non riescono a pareggiare le spese. Non possono permettersi un allenatore, un fisioterapista o un preparatore atletico. È un argomento complesso che necessita di essere discusso maggiormente. Continuerò a sfruttare il mio status - ha concluso il serbo - per parlare ai media di questa situazione". Parole che hanno suscitato la gratitudine di Trungelliti: "Penso che sia una cosa bellissima, detta da uno che è nell'élite, impegnato in tante cose ma con la testa dove dovrebbe essere. Ha i piedi per terra e lo ha dimostrato".


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