Sinner fenomeno: incassi, sponsor e tutti i numeri di una crescita infinita

La crescita esponenziale dell’azzurro si sta traducendo in un boom che travalica i confini italiani
Lorenzo Ercoli
5 min

Sinner ad un passo dal milione… di follower. Sempre più vincente, sempre più amato e perché no anche più ricco. L’altoatesino sta vivendo un 2023 da stella che lo ha proiettato alla conquista di quattro titoli, compreso il primo Masters 1000 a Toronto, e alla quarta piazza mondiale a ridosso dei giganti Djokovic, Alcaraz e Medvedev. Il fenomeno Sinner da tempo non è più una cosa nostrana, ma dal Nordamerica all’Asia ha conquistato il cuore degli appassionati che già lo contrappongono ad Alcaraz e Rune sognando la triade del futuro. Prize money, sponsorizzazioni e numeri sui social sono tutti indicatori fedeli dell’esponenziale crescita avvenuta in campo. Nella stagione in corso, solo dai tornei, Jannik ha guadagnato più di 5 milioni e mezzo di euro in premi, quasi la metà dei 12.253.916 complessivi. Sui social il rush finale composto da Parigi-Bercy, Nitto ATP Finals e Coppa Davis garantisce la rottura del milione di follower su Instagram, dove Jannik staziona a quota 987.000 a fronte di solo 90 account seguiti. Nonostante una grande esposizione e un ricco parco sponsor, l’altoatesino è riuscito a concedersi con moderazione ai riflettori, proteggendo così la sua vita privata della quale si sa poco o nulla, se non l’assoluta dedizione al tennis.

Gli accordi commerciali

Gli accordi commerciali sfociano in più ambiti. Si parte da quelli legati al campo: Nike per l’abbigliamento e Head per le racchette. Si susseguono brand che spaziano dall’automotive al lusso, passando per il mondo del food e della telefonia. Tra le varie iniziative che hanno diffuso il “marchio Sinner”, c’è chi ha puntato sul mondo dei più piccoli con una collezione scuola dedicata al tennista. E chi, oltre a vestirlo fuori dal campo, lo ha dotato dell’elegante borsone che a Wimbledon ha creato scalpore ottenendo l’autorizzazione per la rottura del dress code “bianco totale”. Diversa la manovra di una nota azienda italiana del caffè che ha puntato sui “Carota Boys”, il gruppo di sostenitori che dagli Internazionali BNL d’Italia ha iniziato a seguire da vicino il giocatore. La partnership ha permesso al gruppo di conoscere Sinner e di viaggiare nei tornei del Grande Slam, rendendo più interattivo e riconoscibile il tifo per l’azzurro.

La gestione e la rinuncia ad alcuni eventi

Il focus resta però il tennis, lo dimostrano i risultati e determinate scelte che lo stesso atleta ha sottolineato negli ultimi mesi: «Non sono molto d’accordo con chi ha parlato di me come un’azienda che punta solo a fare soldi: ho saltato diversi tornei per allenarmi e non ho mai partecipato ad alcuna esibizione». Fondamentale il punto sulla rinuncia ad alcuni eventi di livello ATP 250, che per i big rappresentano una grande fonte di guadagno con gli accordi sui premi-partecipazione, che ancora prima di giocare garantiscono ricavi maggiori a quelli del futuro vincitore. La crescita del giocatore e il riposo sono dunque davanti agli introiti e non solo, sono infatti note le polemiche di settembre per il forfait alla Coppa Davis nella settimana successiva alla conclusione dello US Open. Temi di dibattito che hanno aperto a critiche, come accadde nel 2021 in seguito alla rinuncia all’Olimpiade di Tokyo. Al netto degli attacchi ricevuti, questo approccio finora ha sempre dato ragione all’altoatesino e al suo team: quello di Piatti in prima istanza, quello di Vagnozzi&Cahill nel presente. Le origini altoatesine si sono rivelate un banale appiglio per la critica, quando sono arrivate le rinunce alla Nazionale. Jannik adesso è però sulla cresta dell’onda e l’Italia lo brama. Da record i numeri della finale con Medvedev, valsi a Supertennis lo share del 3,88% con un ascolto medio di 476.800 spettatori, il secondo match più visto nella storia del canale dopo la finale di Pechino dello scorso settembre, sempre giocata con il russo. Usciti anche i primi rumors su Sanremo 2024. «Mi piacerebbe ospitarlo da noi, a meno che non mi anticipi Amadeus», la frase sospetta di Fiorello.


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