Da Sinner a Djokovic: Nitto Atp Finals, l’analisi giocatore per giocatore

Il Masters 1000 di Parigi-Bercy ha definito la griglia per l'appuntamento di Torino: una 'guida' in attesa del sorteggio dei gironi
Lorenzo Ercoli
6 min

Adesso è ufficiale, Torino ha scoperto i nomi degli 8 maestri che si daranno battaglia alle Nitto ATP Finals. La terza edizione italiana del Masters vedrà ai nastri di partenza un cast di prim’ordine (sorteggio il 9): Novak Djokovic, Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev, Jannik Sinner, Andrey Rublev, Stefano Tsitsipas, Alexander Zverev e Holger Rune. Nel connubio tra tennis giocato e interesse mediatico era difficile immaginare un parterre migliore, al netto di un Rafael Nadal ben presto defilatosi dalla stagione 2023. Detiene il titolo Djokovic che andrà a caccia del settimo successo per scavalcare Federer nella classifica all time. Hanno già scritto il loro nome nell’albo d’oro anche Zverev (2018 e 2022), Tsitsipas (2019) e Medvedev (2020). Sognano una dolce prima volta i tre uomini del futuro: Alcaraz, Sinner e Rune. L’altoatesino si qualifica a pieno titolo dopo aver assaporato la competizione nel 2021 come sostituto di Berrettini: quest’anno si giocherà tutte le sue chance nel round robin. Lo spagnolo, già salito alla ribalta come numero 1 del mondo, aveva ottenuto la qualificazione nel 2022, prima che un infortunio agli addominali lo costringesse a rinunciare. Lo scandinavo, protagonista a Parigi Bercy l’anno scorso con una vittoria esaltante, nonostante le tante difficoltà del 2023 ha staccato il pass in extremis. Dopo la semifinale dello scorso anno proverà a migliorarsi anche Rublev, che arriverà a Torino in grande forma.

Djokovic

Dal 2008 al 2022 è una storia d’amore lunga 14 anni quella tra Nole e le Nitto ATP Finals. Campione a 21 anni dell’ultima edizione del Masters a Shanghai, il serbo si è poi consacrato a Londra dove tra il 2012 ed il 2015 ha collezionato 4 titoli consecutivi. L’aggancio a Federer con il sesto successo è arrivato lo scorso anno a Torino, dove ha interrotto un digiuno di sei stagioni. Vincitore di Australian Open, Roland Garros e US Open, Nole nel 2023 ha toccato quota 24 Slam e si è fermato di nuovo a un match dal Grande Slam: la finale persa a Wimbledon con Alcaraz. E oggi lo aspetta la finale a Parigi Bercy.

Alcaraz

Dopo due anni da assoluto protagonista fa strano dirlo, ma per Carlos Alcaraz c’è una nuova prima volta. Nel 2022 un problema agli addominali gli ha negato Finals e Coppa Davis, adesso è pronto per una chiusura in bellezza. Vincitore di Wimbledon e dei Masters 1000 di Madrid e Indian Wells, Alcaraz in stagione ha toccato di nuovo la vetta del ranking. Nel suo avvicinamento a Torino sono un campanello d’allarme le prestazioni asiatiche e la sconfitta nell’esordio a Bercy.

Medvedev

Nove finali e cinque titoli, il moscovita è ormai campione di continuità ai vertici del circuito. Nella prima parte di stagione ha fatto incetta di trofei in quelli che sono i “suoi tornei”: Rotterdam, Doha, Dubai e Miami. Il culmine è stato il successo agli Internazionali BNL d’Italia, sulla superficie a lui più ostica. Nella seconda parte di 2023 non sono mancate le finali, anche se è amara la sconfitta in tre set contro Djokovic nel match per il titolo allo US Open. Le ultime settimane sono quelle dei ko contro Sinner a Pechino e Vienna.

Sinner

Una vittoria su Hurkacz e tre set da montagne russe contro Medvedev, questi sono i ricordi delle prime Finals dell’altoatesino. A due anni dall’esordio Jannik torna al Pala Alpitour con ambizioni di vittoria, legittimate dai trionfi di Pechino e Vienna. Sotto la guida del duo Vagnozzi/Cahill il ventaglio di soluzioni si è ampliato, cosa che in ottica futura vale più dei quattro titoli stagionali. In attesa del salto a livello Slam, Torino può essere un ricco antipasto.

Rublev

Andrey è l’ottavo incomodo tra i quattro che hanno già vinto e i tre che hanno ambizioni da big del tennis mondiale. La realtà ci mette davanti alla migliore stagione del russo, quella del titolo a Montecarlo, primo Masters 1000 della sua carriera. La qualificazione all’appuntamento di fine stagione è arrivata agevolmente ed indoor è un pericolo per tutti come testimoniato da Shanghai e Bercy. L’obiettivo? Migliorare la semifinale dello scorso anno.

Tsitsipas

Il greco arranca, a volte lascia perplessi ma alla fine è sempre lì. Quinta qualificazione consecutiva per il tennista di Atene, nel 2019 capace di vincere il torneo dei maestri all’esordio assoluto. Nel 2023 un solo titolo vinto nell’ATP 250 di Los Cabos e meno lampi del solito, ad eccezione della finale persa all’Australian Open contro Djokovic che ancora una volta gli ha negato la prima gioia major. Dopo settimane difficili, a Parigi una semifinale incoraggiante.

Zverev

Il trionfo del 2021 nella prima edizione a Torino è stato il suo apice tennistico, maturo per l’assalto alla vetta mondiale, almeno prima dell’infortunio al Roland Garros. Rientrato dopo il grave stop alla caviglia ci è voluto un po’, ma nella seconda parte di stagione Sascha è tornato con i titoli di Amburgo e Chengdu uniti al quarto di finale degli US Open. Qualificato come settimo della race, sarà una mina vagante nella fase di robin round.

Rune

Un anno fa lo scintillante trionfo di Parigi Bercy lo ha lanciato tra i big. A un anno di distanza le aspettative sul danese non sono scemate, ma sono emersi i limiti di un tennista potente quanto discontinuo. I lampi non sono mancati con due buone finali nei Masters 1000 di Roma e Montecarlo, intervallati dall’unico successo stagionale a Monaco di Baviera. Da agosto il bilancio di 6 vittorie e 10 sconfitte non è dei più incoraggianti, ma l’aria del grande palcoscenico può cambiare tutto.


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