Djokovic ha dimostrato ancora una volta di essere una macchina perfetta in campo. In questa settimana però ha fatto vedere anche il suo lato umano. Come ha rivelato il suo allenatore Goran Ivanisevic, dopo la sconfitta ai gironi con Sinner che avrebbe potuto eliminarlo dal torneo, era scomparso. Si era isolato, era andato a fare shopping con la famiglia: ne aveva bisogno. E in conferenza stampa con la coppa accanto a lui, ha aperto il suo cuore parlando di quanto gli manchi passare del tempo con i figli e la moglie, che per lui restano sempre la cosa più preziosa.
Djokovic intimo “Cosa ho capito di me stesso"
"Ogni genitore può capirmi - dice Djokovic - come persona, ancora una volta, l'equilibrio tra vita privata e professionale è la chiave. Voglio dire, ovviamente è diverso per tutti. Siamo tutti individui diversi.
Questo è uno sport molto impegnativo, con un'alta intensità di viaggi durante tutto l'anno. Devi giocare in tutto il mondo, il che è bellissimo, ci permette di viaggiare per il mondo, di giocare di fronte a molte persone e nazioni diverse. Allo stesso tempo, però, ti separa dalla famiglia e dai tuoi cari”.
Djokovic: "La sfida più grande"
"Questa è stata probabilmente la sfida più grande che ho affrontato internamente: come bilanciare le cose ed essere ancora in grado di partecipare alla vita dei miei figli e di mia moglie e di essere presente quando è importante. Quando non ci sono, come posso rimanere in contatto. Ovviamente la tecnologia ti permette di comunicare, ma è diverso quando sei lontano. Soprattutto dopo aver raggiunto così tanto e con l'età che ho, c'è sempre un punto interrogativo: devo continuare per un altro anno così o forse meno o forse smettere? Ho queste conversazioni interne e anche con le persone che mi circondano. Penso - beh, non penso. Sono super grato e benedetto dal fatto di avere ancora il grande sostegno delle persone più vicine per andare avanti. Senza quello non andrei avanti. Ovviamente la famiglia è la priorità nella vita, il suo benessere, la sua salute, i momenti che condividiamo l'uno con l'altro. Allo stesso tempo, per me personalmente, le persone che mi circondano, ma anche per me personalmente, è ancora una grande motivazione continuare ad andare avanti e a fare la storia di questo sport. Quindi mi piace ancora. Amo la competizione".