Panatta e la risposta su Berrettini che allarma: "Dovrà soffrire ancora un po'"

L'ex campione azzurro parla di Matteo, di Sinner e dei sauditi che puntano Nadal

Sport e inclusione. Queste le parole d’ordine intorno a cui si è svolto ieri mattina al Teatro Ghione di Roma, un incontro - la prima tappa del 2024 di “Campioni di vita” con Adriano Panatta, Andrea Lucchetta, Oney Tapia e Oxana Corso, il patrocinio del Cip e due campioni parte di Special Olympics, Antonello Carnassale e Leonardo Vellucci - con oltre 300 studenti delle scuole superiori della capitale per parlare di sport e del suo grande valore educativo. «Qualunque disciplina si intraprenda va vissuta con leggerezza e divertimento, rispettando sé stessi e gli altri», ha detto alla giovane platea Panatta, vincitore con l’Italia della Coppa Davis nel 1976, riportata in Italia proprio alla fine del 2023.


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Panatta su Sinner e gli Australian Open

E gli Australian Open in corso sono lo spunto per fare un primo bilancio dei risultati sin qui ottenuti dal contingente azzurro: «Oltre a quelli che già conosciamo, tra cui Sinner che è tra i favoriti del torneo, i nostri si stanno comportando bene - ha sottolineato a margine dell’evento Panatta - Zeppieri ha vinto un bel match, Cobolli è al terzo turno e per lui è un grandissimo risultato che lo porterà a una buona classifica mondiale. Arnaldi ha perso contro De Minaur, ma è più forte, c’era poco da fare. Il bilancio comunque è più che positivo». Dopo la vittoria al primo turno contro Van De Zandschulp, Sinner ha travolto in tre set un altro olandese, De Jong, «due giocatori alla sua portata - ha riflettuto - e adesso dobbiamo vederlo nei primi match più difficili». Per il n.1 del mondo Novak Djokovic invece, impegnato nella difesa del suo decimo titolo a Melbourne, la rincorsa al suo 25° titolo Slam si è aperta all’insegna della fatica: «Djokovic ha faticato contro Prizmic, ma il ragazzino ha giocato bene, e quando un ragazzino di quell’età che l’anno scorso ha vinto il Roland Garros juniores affronta il n.1 del mondo si esalta. Poi è logico che non può resistere più di due ore, due ore e mezza, perché il livello di Djokovic è altissimo».


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Panatta e il momento di Berrettini e Nadal

Un livello che invece Matteo Berrettini dovrà sudare per cercare di riottenere, ancora alle prese con l’infortunio al piede che l’anno scorso lo costrinse a chiudere anzitempo la sua stagione: «Ha ancora problemi, non riesce a mettere a posto questo piede - ha sottolineato Panatta - Dovrà soffrire un altro po’, speriamo di poterlo rivedere a un buon livello verso la metà dell’anno. La classifica protetta lo aiuta ed è giusto che sia così, era tra i primi 10 del mondo e ha fatto una finale a Wimbledon». L’ultima battuta è per Rafa Nadal, da poco nominato ambasciatore del tennis saudita nel mondo, notizia che in Panatta risveglia amare riflessioni: «Se parliamo di diritti umani andrebbe fatta una discussione a parte. Dico solamente che gli arabi si stanno comprando tutto: calcio, golf, tennis, automobilismo. Questo è il mondo, purtroppo».


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Sport e inclusione. Queste le parole d’ordine intorno a cui si è svolto ieri mattina al Teatro Ghione di Roma, un incontro - la prima tappa del 2024 di “Campioni di vita” con Adriano Panatta, Andrea Lucchetta, Oney Tapia e Oxana Corso, il patrocinio del Cip e due campioni parte di Special Olympics, Antonello Carnassale e Leonardo Vellucci - con oltre 300 studenti delle scuole superiori della capitale per parlare di sport e del suo grande valore educativo. «Qualunque disciplina si intraprenda va vissuta con leggerezza e divertimento, rispettando sé stessi e gli altri», ha detto alla giovane platea Panatta, vincitore con l’Italia della Coppa Davis nel 1976, riportata in Italia proprio alla fine del 2023.


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