Camila Giorgi sparita dopo l’annuncio del ritiro, indagata per evasione fiscale

Dichiarazione dei redditi omessa: spuntano adesso divergenze familiari. Ecco cosa sta succedendo
Erika Primavera
3 min

ROMA - Camila Giorgi indagata per reati fiscali. Nuova puntata del giallo legato al ritiro della 32enne marchigiana: stando alle notizie che filtrano dalla Procura di Prato, l'ormai ex tennista è accusata di omessa dichiarazione dei redditi nel 2016 e conseguente evasione fiscale. I legali di Giorgi hanno spiegato che sarà «prossimamente in Italia e potrà dare tutte le spiegazioni necessarie», specificando che la decisione di abbandonare l'attività agonistica «non ha nulla a che vedere» con la vicenda giudiziaria.

Caso Giorgi, le divergenze sul caso

La scelta di appendere la racchetta al chiodo sarebbe figlia di una condizione di stress correlato all'attività sportiva, gestita con sempre più difficoltà e maturata fin dal periodo del Covid (Giorgi peraltro è attesa dal Gip di Vicenza il prossimo 16 luglio per la prima udienza dell'inchiesta legata ai falsi vaccini). La linea difensiva in realtà fa emergere anche uno scenario inedito. La sparizione dalla casa di Calenzano sarebbe «temporanea» e «dovuta a una divergenza di vedute in famiglia». Una frase che fa un certo effetto conoscendo il legame che unisce il “clan” Giorgi ma sono gli stessi legali, Federico Marini e Cristian Carmelo Nicotra, a fornire una chiave interpretativa quando spiegano che la tennista «aveva delegato al padre la dichiarazione dei redditi». Però la famiglia «non rivolgendosi a professionisti specializzati, ha commesso errori importanti». In ogni caso, non c'è «alcuna intenzione di sottrarsi ad accertamenti o responsabilità». 

L'amarezza di Binaghi

Della vicenda è spettatrice interessata la Fitp. Lo scorso 15 aprile l'Agenzia delle Entrate ha notificato un atto di pignoramento verso terzi, dal momento che Giorgi dovrebbe 464mila Euro all'erario per tasse non pagate. Ieri il presidente Angelo Binaghi ha parlato di «dispiacere immenso» per il ritiro della marchigiana: «Abbiamo provato in tutti i modi a compenetrare la barriera» che la circondava «ed è una nostra mezza sconfitta non essere riusciti a completare, non sostituire, il suo team. Senza nulla togliere ai meriti del padre, con lo staff di Sinner magari sarebbe stata la numero 1 e non la 30 al mondo». 


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