Non c'è pace per Jannik Sinner. Mentre continua ad incassare vittorie sul campo, l'ultima contro Roman Safiullin gli ha permesso di conquistare l'accesso ai quarti di finale dell'Atp 500 di Pechino, il numero uno al mondo è tornato più che mai al centro delle cronache dopo che l'Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha confermato (in data 26 settembre) di aver presentato ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport di Losanna per il caso che ha coinvolto il tennista azzurro, assolto in un primo momento dal Tribunale Indipendente dell'International Tennis Integrity Agency (ITIA) per essere risultato due volte positivo al Clostebol, in occasione dei test effettuati durante il torneo di Indian Wells. Con la prima sentenza a Sinner erano stati ufficialmente tolti i 400 punti della semifinale raggiunta nel Masters 1000 californiano e il conseguente premio in denaro, ma ora lo scenario potrebbe cambiare: la WADA chiede infatti una squalifica da uno a due anni.
La ricostruzione del caso Sinner: quando è iniziato tutto?
Durante un test effettuato in occasione del torneo di Indian Wells, Sinner risulta per la prima volta positivo il 10 marzo 2024 al Clostebol, uno steroide anabolizzante vietato secondo il Tennis Anti-Doping Programme (TADP). Il 18 marzo viene effettuato un nuovo controllo e il numero uno al mondo risulta nuovamente positivo alla sostanza proibita (per meno di un miliardesimo di grammo). Per questo motivo a Sinner vengono inflitte due sospensioni, ma l'altoatesino continua a scendere in campo dopo aver ottenuto la revoca immediata grazie agli appelli rivolti al Tribunale Indipendente nominato da Sport Resolutions.
La prima sentenza: Sinner viene assolto
Il 15 agosto un'udienza del Tribunale Indipendente dell'International Tennis Integrity Agency (ITIA) assolve Sinner, che ha dimostrato di non aver avuto colpa o negligenza nel caso. Al numero uno al mondo vengono però revocati i punti della semifinale di Indian Wells e anche il montepremi per "responsabilità oggettiva". Ma come era avvenuta la contaminazione? Attraverso la crema "Trofodermin" (contenente anche Clostebol) acquistata dall'ex fisioterpista di Sinner, Umberto Ferrara, per curare le ferite. La pomata era stato poi utilizzato da Giacomo Naldi, ex fisioterapista del team, per curarsi una ferita alla mano e quindi trasmessa, attraverso i vari trattamenti (effettuati a mani nude, senza guanti), al campione azzurro. Il 23 agosto arriva la notizia del licenziamento di Naldi e Ferrara, che non saranno presenti durante la cavalcata trionfale agli US Open di Sinner, accompagnato in quell'occasione solamente da Darren Cahill e Simone Vagnozzi. Il 16 settembre, il numero uno al mondo annuncia l'ingresso nel team del nuovo preparatore atletico Marco Panichi e il fisioterapista Ulises Badio, entrambi con un passato nel box di Novak Djokovic.
Chiesta documentazione aggiuntiva sul caso
Lette le 33 pagine della sentenza del Tribunale Indipendente, la Wada decide di avvalersi dell’articolo 13.2 del Codice Antidoping, che le riconosce la possibilità di far decorrere 21 giorni, dal momento in cui riceve documenti aggiuntivi sul caso, per fare ricorso. "L'Agenzia mondiale antidoping ha chiesto il file completo - si leggeva nella nota pubblicata dalla WADA il 5 settembre -. In occasione di ogni udienza ci sono documenti aggiuntivi, come osservazioni, relazioni scientifiche e altre informazioni che vengono prese in considerazione dal panel che emetterà la sentenza. Questo è ciò che la WADA ha richiesto per considerare la propria posizione: ha voluto tutte le informazioni disponibili".
La WADA fa appello al TAS contro l'assoluzione di Sinner
Decorso il termine dei 21 giorni, l'Agenzia mondiale antidoping (WADA) conferma: "Di aver presentato giovedì 26 settembre un ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport (CAS) per il caso del tennista italiano Jannik Sinner, giudicato da un tribunale indipendente dell'International Tennis Integrity Agency (ITIA) senza colpa o negligenza per essere risultato positivo per due volte al clostebol, una sostanza proibita, nel marzo 2024. La WADA ritiene che la constatazione di 'assenza di colpa o negligenza' non sia corretta ai sensi delle norme vigenti. La WADA chiede un periodo di ineleggibilità compreso tra uno e due anni. La WADA non chiede la squalifica di alcun risultato, salvo quella già inflitta dal tribunale di prima istanza. Poiché la questione è ora pendente davanti al CAS, la WADA non farà ulteriori commenti in questo momento". Se dopo l'assoluzione del Tribunale Indipendente a Sinner erano stati revocati i punti e il montepremi conquistati a Indian Wells, la WADA chiede dunque una squalifica pesante. In attesa della sentenza, che potrebbe arrivare in cinque o sei mesi, Sinner potrà comunque regolarmente scendere in campo per i prossimi impegni, tra cui le Nitto Atp Finals e la Coppa Davis.