Panatta sul ricorso della Wada: "Sinner è innocente, ma c'è troppa disparità"

Le impressioni dell'ex campione azzurro sul caso che vede coinvolto il numero uno al mondo: "Credo nell'innocenza di Jannik"
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ROMA - "Caso Sinner-Wada? Non sono un esperto di questioni giuridiche, ma anche dopo questo ricorso, resto fermamente della mia idea: Sinner è innocente. La sostanza rilevata è infinitesimale, siamo nell’ordine del miliardesimo in termini percentuali". Così Adriano Panatta commenta la decisione della Wada di presentare ricorso contro la sentenza dell'Itia, l'International Tennis Integrity Agency, che aveva assolto Jannik Sinner lo scorso agosto in relazione alla positività del numero uno al mondo al Clostebol. "Sappiamo che la sostanza si trasmette con estrema facilità, basta una stretta di mano. La linea difensiva di Sinner mi pare credibile: si è trattato di un errore, o di una leggerezza del fisioterapista. La Wada ha chiesto due anni di squalifica? Sarebbero un'enormità".

Panatta: "Il doping è una piaga. Le anomalie si manifestano..."

L'ex campione azzurro sottolinea anche che "il doping è una piaga dell’intero mondo dello sport. Va anche sottolineato che negli ultimi decenni i controlli sono diventati più sofisticati e sono quindi aumentate le positività. I segni di un assunzione di sostanze dopanti? Quando avviene un improvviso e consistente aumento dei muscoli delle braccia è legittimo avere qualche sospetto. Anche le dimensioni del collo possono indicare un’anomalia". 

Panatta sul caso Sinner: "C'è disparita, vi spiego perché"

Il vincitore del Roland Garros del 1976 spiega che negli anni '70 e '80 il doping "non esisteva". Gli indizi erano inequivocabili: "Basta guardare le foto dei giocatori dell’epoca. Il tennis non era dominato dalla componente atletica". Sulla vicenda che ha travolto Sinner spiega: "Mi pare abbastanza evidente che ci sia una situazione di disparità tra chi può permettersi un pool di avvocati di altissimo livello e chi, invece, non possedendo risorse importanti, non può difendersi con la stessa efficacia. Mi dicono che a certi livelli i legali abbiano costi elevati, parliamo di centinaia di migliaia di euro o addirittura milioni. Il sistema del ricorso non è democratico". Poi aggiunge: "Io credo nell’innocenza di Sinner, ma credo anche nel diritto di una difesa adeguata anche per chi ha risorse minori. Il problema è che i giocatori top hanno introiti che consentono di pagare gli avvocati migliori, mentre ci sono tennisti del circuito che faticano a comprare il biglietto per l’aereo".


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