È notizia di qualche giorno fa la decisione dell'Agenzia mondiale antidpong (WADA) di presentare ricorso al TAS di Losanna per il caso doping che ha coinvolto Jannik Sinner, risultato positivo al Clostebol in occasione di due test effettuati durante il torneo di Indian Wells, a marzo. Il tennista azzurro era stato assolto in primo grado dal Tribunale Indipendente dell'ITIA, l'International Tennis Integrity Agency che con una nota ufficiale ha ribadito la sua posizione dopo l'evoluzione del caso: "L'International Tennis Integrity Agency riconosce la decisione dell'Agenzia mondiale antidoping (Wada) di presentare ricorso contro la sentenza di non colpevolezza o negligenza nel caso del tennista italiano Jannik Sinner, emessa da un tribunale indipendente nominato da Sport Resolutions il 19 agosto 2024. Ai sensi del Codice mondiale antidoping, la Wada ha il diritto finale di presentare ricorso contro tutte queste decisioni. Dopo aver raggiunto un insieme di fatti concordati a seguito di un approfondito processo investigativo, il caso è stato deferito a un tribunale completamente indipendente dall'Itia per determinare il livello di colpa e quindi sanzionare a causa dell'insieme unico di circostanze e della mancanza di precedenti comparabili. Il processo è stato condotto secondo le linee guida del Codice mondiale antidoping; tuttavia, l'Itia riconosce e rispetta il diritto della Wada di appellarsi alla decisione del tribunale indipendente presso la Corte arbitrale dello sport". LA WADA chiedere ora la squalifica per Sinner, che nella battaglia legale sarà difeso dallo studio di Londra, Onside Law, e il suo avvocato Jamie Singer, che ha seguito già in prima persona il numero uno al mondo nelle udienze precedenti.
WADA, cosa dovrebbe dimostrare per ottenere la squalifica
Se in un primo momento a Sinner erano solamente stati revocati i punti e il montepremi di Indian Wells, la WADA ora chiede una sanzione decisamente più pesante. Ciò che l'Agenzia mondiale antidoping contesta a Sinner, rispetto a quanto già ricostruito al Tribunale Indipendente, è la negligenza. Nei giorni che hanno preceduto i test antidoping, poi risultati positivi, Sinner avrebbe anche chiesto al fisioterapista Giacomo Naldi informazioni sul suo infortunio alla mano sinistra e sui farmaci usati per curarlo. Naldi avrebbe risposto al tennista azzurro di non aver usato alcuna crema. Infatti, il Trofodermin, sarebbe stato acquistato dal preparatore atletico Ferrara solo dopo la domanda di Sinner. Questa spiegazione era in primo grado stata sufficiente per escludere la colpa o negligenza dell'altoatesino ma, secondo la WADA, Sinner avrebbe potuto fare di più, notando il Trofodermin tra i medicinali in possesso di Ferrara ed evitarne il trasporto. La possibile strategia della difesa dovrebbe dunque concentrarsi sull'impossibilità da parte del campione azzurro di approfondire la condotta di una persona del suo team.