“Tutti sanno come batterlo, tutti ne sono convinti ma poi alla fine nessuno ci riesce”. Musica e parole di Adriano Panatta che nel consueto appuntamento con il podcast “La telefonata” analizza il successo di Sinner contro Fritz nella seconda giornata alle Atp Finals. “E’ stato un buon match, Fritz ha lottato, però alla fine è finito 6-4, 6-4. E questo punteggio non è da grande match ma è la sintesi di un dominio. E’ logico poi che a certi livelli le partite si decidono su due/tre palle ma quelle le conquista sempre Sinner, altrimenti forse sarebbe stato 6-4, 4-6. E invece alla fine vince Jannik, ormai è una costante”.
Panatta, Bertolucci e l'opinione su Sinner e gli altri tennisti
Della stessa opinione è anche Paolo Bertolucci: “La verità è che quando Sinner è in forma lui vince e all’avversario gli manca sempre un centesimo per raggiungerlo. Però la gara di ieri non è stata a senso unico perché 0-30 sul 4-4 al secondo basta un attimo per cambiare l’andamento del match”. Panatta non è d’accordo con il commentatore Sky ed ex compagno di doppio: “Sì però Paolo secondo me il livello non è come quando c’erano i Big Four. All’epoca ce n’erano 3 e mezzo (perché Murray non era al livello dei tre top), ora ce n’è uno e mezzo per cui il livello generale è più basso. Alla finale però guarda Fritz, giochi bene e giochi bene e giochi bene e poi arrivi in finale, becchi Sinner e perdi. Sai che c’ha Fritz? Secondo me lui è un po’ pigro quando si muove da fondocampo, si fida troppo del braccio e non posiziona bene le gambe. E’ migliorato in difesa, ora copre meglio ma è storto e rigido anche con il braccio. Sinner al contrario si applica e si vedono i suoi miglioramenti a vista d’occhio”.
I due difetti che Sinner deve correggere
L’analisi dei due si sposta poi sui pochi difetti che Sinner può ancora correggere: “Sul servizio posso dire che lanciava la palla troppo bassa e mancava di spinta sotto. E poi deve migliorare sulla palla corta perché lui accompagna la pallina ancora troppo poco ostinandosi a fare il gesto con la mano invece che con l’avambraccio. Per il resto va tutto bene. Lui è passato alla categoria “tira e molla” come Djokovic. Si allunga in difesa in modo assurdo e in difesa è molto migliorato. Non è bravo solo sulla spinta e sulla potenza ma è fortissimo anche da fondocampo dove gioca benissimo. Il servizio? Lui sa quando mettere le prime nei momenti chiave anche se non ha percentuali eccezionali. Nei momenti importanti non sbaglia quasi mai e questo fa tutta la differenza del mondo”.