ROMA - Non solo calcio, ma anche tennis. L’Italia torna a scoprire gli idoli con la racchetta dopo il periodo d’oro degli anni 70; dopo Panatta, Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli, ecco il momento di Sinner, Berrettini e Musetti. Il trionfo in Coppa Davis contro l’Olanda ha innescato un grande entusiasmo degli sportivi italiani che hanno accolto l’ennesimo successo con esaltazione.
Berrettini blocca l’aeroporto di Fiumicino
Il personaggio dell’ultima edizione della Coppa Davis ha visto come protagonista assoluto il tennista romano Matteo Berrettini che ha conquistato il primo punto dell’Italia sia nella semifinale vinta contro l’Australia, sia nella finale contro l’Olanda. Le due vittorie contro l’australiano Kokkinakis e l’olandese Van de Zandschulp hanno posto un’ipoteca pesantissima per il successo finale certificato dalla successive vittorie di Jannik Sinner. Nel primo pomeriggio di oggi Matteo Berrettini è arrivato all’aeroporto di Fiumicino alle 13.50 con un volo proveniente da Malaga. I presenti hanno accolto l’azzurro con grandissimi applausi e cori di incitamento. Dopo un periodo di appannamento dovuto ai numerosi infortuni, Matteo Berrettini è tornato a livelli mondiali. E i suoi concittadini lo celebrano come una rockstar.
La gioia di Berrettini
"È tutto bello", ha commentato Berrettini, cappellino con visiera e felpa, confessando che ora l'obiettivo per il prossimo anno è avvicinarsi, per gioco e ranking mondiale, proprio a Sinner. "È stato un viaggio, quello che ci ha portato alla vittoria, partito da lontano, con tante emozioni, grazie ad una squadra molto 'lunga', per fortuna, che ci ha permesso di qualificarci alle finals anche senza Lorenzo e Jannik - le parole di Berrettini - tirare di nuovo su la Coppa è una grande gioia. È la competizione che, sin da bambino, ho sognato di vincere quando la guardavo in televisione. Quest'anno per me ha un sapore speciale, vincendola sul campo". Lo sguardo del tennista romano va al prossimo anno: "Ora arriva il riposo, penseremo al 2025 quando sarà tempo, ho metabolizzato un po'. Ci siamo scritti poco fa con i ragazzi: ci dobbiamo fermare e capire quello che abbiamo fatto. È una vita che va molto veloce quella del tennista: provo tanta gioia dopo gli ultimi due anni con un po' di sofferenza e ora, finalmente, un bel trofeo. Lo volevo tantissimo: è stato uno dei motori della mia rinascita e del mio ritorno. Ho preso energia dall'esperienza dello scorso anno, sia per dare supporto ai miei compagnia e sia per tornare a casa e lavorare ancora duro per tornare. Non mi aspettavo di alzare subito il trofeo ma con una squadra così, è l'obiettivo che ci eravamo dati. Grazie ai miei compagni, al capitano, alla Federazione ed a tutti gli italiani che hanno tifato. Dove posso arrivare? Io non mi sono mai messo limiti, neanche quando ero al best ranking. Il livello medio è molto molto alto e abbiamo la fortuna e l'onore di giocare con il tennista più forte del mondo. Cercherò di avvicinarmi il più possibile: non conta solo il ranking, ma conta anche come si gioca, come si sta in campo ed è quello che sto provando a fare. La promessa con Sinner? Ci siamo abbracciati forte".